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S.A. 29 dicembre 2010
Ricercatore dello Zooprofilattico inviato in Cina
Si parla di fuga dei cervelli all´estero, così il dottor Ciriaco Ligios, patologo dell’Istituto, ha spiegato ai veterinari della dogana di Pechino le moderne tecniche di diagnosi e le nuove conoscenze sulle encefalopatie
Ricercatore dello Zooprofilattico inviato in Cina

SASSARI – La Sardegna esportatrice di conoscenze e tecniche di diagnosi verso la Cina del boom economico. Per una volta il flusso degli scambi si inverte e il colosso asiatico diventa importatore da una piccola isola del Mediterraneo. È successo i giorni scorsi in occasione della missione di un ricercatore dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna, arrivato fino al subcontinente asiatico per far conoscere ai veterinari locali le ultime scoperte nel campo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili, le cosiddette malattie da prioni (Tse).

Destinatari della giornata formativa gli ufficiali sanitari della dogana di Tianjin, la metropoli affacciata sul mar Mar Giallo e porta di ingresso degli scambi verso Pechino. Veterinari impegnati ogni giorno a controllare migliaia di prodotti, dalla carne, al latte, ai derivati, fino ai vegetali destinati allo sconfinato mercato cinese. «L'obiettivo della visita era quello di far conoscere ai veterinari cinesi la situazione epidemica e le recenti scoperte sulla Bse e sulla scrapie, le encefalopatie spongiformi dei bovini e degli ovini – spiega “l'inviato speciale” Ciriaco Ligios, che dirige il laboratorio di Genetica e Patologia dello Zooprofilattico –. Infatti, la Repubblica popolare importa molta carne dal Canada, dove sono state diagnosticate queste malattie, ed è interessata ad ampliare le proprie conoscenze scientifico-sanitarie in materia».

Il dottor Ligios ha spiegato i meccanismi di infettività prionica nei tessuti degli animali e mostrato le tecniche diagnostiche più affidabili per tenere sotto controllo le Tse. Accanto a lui, in veste di rappresentante della dogana cinese, la dottoressa Dong Zhizhen, formatasi nei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico tra il 2004 e il 2007. La collaborazione scientifica tra le due istituzioni è nata nel 2004 con i programmi di scambio culturale del Ministero della Salute, inseriti nei rapporti bilaterali Italia-Cina.

«Grazie a quegli stage formativi – spiega il ricercatore dello Zooprofilattico – è cominciato un percorso proficuo, che ci ha permesso di confrontarci con un paese in straordinaria crescita e tra i protagonisti del terzo millennio. Pochi lo sanno ma la Cina possiede il patrimonio ovino più grande del mondo (130 milioni di capi), ed è molto attenta al controllo delle TSE e degli alimenti di importazione – conclude Ligios -. Possiede laboratori molto avanzati e sta iniziando a svolgere ricerche pionieristiche nel campo della genetica. Ma questa volta ha dovuto imparare da noi, perché anche la Sardegna possiede un grande patrimonio ovino, tra i più grandi d’Europa, ed è molto avanti nella ricerca sperimentale e nel controllo della scrapie». Questo ha permesso di avviare nel 2009 il primo Piano di selezione genetica italiano, che ha già portato al censimento di oltre 10mila aziende sarde e tra pochi anni potrebbe dare i primi risultati contro la malattia.

Foto di Maraeforbes



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