ALGHERO - Dopo il collaudo statico e tecnico amministrativo dei lavori eseguiti nell'impianto di depurazione di San Marco, la cui firma porta il nome dell'ingegrere Franco Moritto (per un importo di euro 6.874,50), già direttore dell'Area tecnico-agraria del Consorzio di Bonifica della Nurra, lo stesso ente a cui saranno conferiti i reflui, si attende che Abbanoa (l'ente che a detta del Comune gestisce oggi l'opera ndr) passi ai fatti.
I fatti. Adesso che tutti i reflui saranno veicolati per l'
uso irriguo, come ribadito da Sant'Anna in occasione anche del sopralluogo a San Marco, non si diradano i molti dubbi che ruotano intorno ad un impianto comunque pericoloso. Il Calich infatti muore, soffocato dagli scarichi abusivi di case e campagne, e dall'enorme quantità di acqua che viene riversata nello stagno dallo stesso depuratore. Non è sicuro però, che in futuro i reflui saranno utilizzati interamente dal consorzio di Bonifica a fini irrigui, nonostante gli ultimi lavori eseguiti.
Utilizzo dell'acqua in agricoltura che comunque lascia preoccupati numerosi esperti, chimici compresi. Già nel
Dicembre 2009, infatti, Enrico Muttoni aveva sollevato la questione con una lettera inviata al primo cittadino Tedde. Preoccupazioni evidenziate ancora oggi: «adattiamoci perciò a sopportare il danno e la beffa, ovvero le campagne invase da acqua depurata (non pulita) e un'ulteriore bolletta energetica per la distribuzione», scrive Muttoni.
«L'acqua depurata - sottolinea il Chimico sul Forum di Alghero - contiene ancora tutte le sostanze che l'impianto di trattamento non può trattenere, ad esempio il sale da cucina. Che se è poco dal punto di vista della concentrazione, è molto in quantità assoluta. In altre parole tutto il sale consumato dagli algheresi, anziché tornare al mare, si seccherà distribuito sui terreni della Nurra».
Nella foto: il depuratore di San Marco ad Alghero