Tra promesse puntualmente disattese e progetti mancati, c'è tutta l'inefficienza della pubblica amministrazione. Spreco di denaro pubblico e parole al vento
ALGHERO - Il rischio, parlando di immobili di proprietà comunale, è quello di essere anche noiosi, di non destare più alcun interesse. E questo è anche un guaio, perché si tratta di beni che appartengono alla collettività e, forse per questo, come se non appartenessero a nessuno! E’ il caso del
Caval Marì, un edifico ormai storico della Riviera del corallo, affacciato ad uno dei tramonti più belli al mondo, ormai abbandonato da anni all’incuria del tempo e alla forza delle mareggiate. E’ il caso dell’edificio, una volta bar, della Plaça Mirador de
Balaguer . Nonostante i grandi propositi di rilancio quella piazza rimane un altro angolo di Alghero abbandonato agli atti vandalici e alle scorribande notturne di qualche balordo.
Anche gli ultimi lavori realizzati sono un monumento allo spreco perché, dato lo stato di abbandono, quelli sono spazi praticamente inutilizzabili. Così se a Milano i beni pubblici del Pio albergo Trivulzio vengono svenduti o affittati a prezzi di favore da noi, ad Alghero, neanche questo! L’edificio del Caval Marì e quello della Plaça Mirador de Balaguer, lentamente ma inesorabilmente, si sgretolano nel disinteresse generale. Eppure stiamo parlando di strutture che debitamente ristrutturate e destinate agli usi sociali possono rappresentare anche un’importante occasione di lavoro.
Ma se proprio i nostri amministratori non sanno che farsene del Caval Marì o del ex bar di Plaça Mirador de Balaguer, ebbene pensino almeno di guadagnarci qualcosa dando le strutture in gestione ai privati, scegliendo non tra gli amici ma tra i migliori offerenti (così come dovrebbe avvenire per i terreni di Maria Pia ndr). Dispiace dirlo, ma per lo stato in cui sono ridotte, quelle case rappresentano anche un elemento di pericolosità, che peraltro non fa bella mostra di sé proprio là dove si sta investendo denaro pubblico per realizzare una pista ciclabile e per rendere più piacevole la passeggiata in riva al mare.
Un’ultima cosa ma non per questo meno importante: si spera che questa situazione di incuria non derivi da interessi che nulla hanno a che vedere con la difesa dei beni pubblici, cioè non sia il risultato di conflitti tra amministratori, specie di quelli che nel tempo hanno presentato proposte di utilizzo delle due strutture, mai giunte a conclusione. Sappiamo bene che a volte per non scontentare qualcuno non si fa alcuna scelta, ma questo non rende onore né a chi governa né ai governati. I primi perché se ne lavano le mani, i secondi perché spesso si rassegnano all’immobilismo amministrativo. Purtroppo ad Alghero questa è storia vecchia, e il Caval Marì è lì a ricordarcelo, chissà per quanto tempo ancora. |
Balaguer story
Nelle foto: il Caval Marì ad Alghero, monumento all'incuria