A.B.
14 aprile 2011
«Non firmate intesa per la fermata del cracking»
In relazione al Petrolchimico, questo l’appello che la Cgil lancia agli enti locali

SASSARI - «Mentre i lavoratori dell’indotto lottano per evitare la chiusura dello stabilimento, a insaputa loro e del sindacato territoriale, “Eni” tenta il colpo di mano, convocando gli enti locali per porli davanti al prendere o lasciare, promettendo futuri investimenti sulla chimica verde in cambio della fermata immediata degli impianti. Un vero ricatto che non offre nessuna garanzia occupazionale e che quasi sicuramente si rivelerà come un espediente per tombare dopo sessanta anni l'industria turritana».
Lo ha dichiarato il segretario generale territoriale della Cgil Antonio Rudas, dopo le prime notizie trapelate sull’incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico. «Ora vedremo – ha aggiunto – se i sindaci ad iniziare da quello di Porto Torres sottoscriveranno l’accordo capestro, se davvero vogliono passare alla storia della città e del territorio come coloro i quali hanno posto fine alla più grande fabbrica del nord Sardegna, fidandosi di chi non ha mai mantenuto gli impegni. Nei prossimi giorni intensificheremo le iniziative di lotta, rivolgendoci proprio a loro per chiedere di non sottoscrivere nessuna intesa che preveda la fermata del cracking e per rivendicare con Eni l’apertura di un tavolo di trattativa nel territorio», ha concluso il segretario della Cgil.
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