Dissenso crescente intorno alle problematiche condizioni in cui versa il litorale di Maria Pia, fino a ridosso della borgata di Fertilia. Lo sfogo di Sandro Ibbadu, titolare di uno stabilimento balneare, in occasione della serrata degli ombrelloni
ALGHERO - Dilaga la
protesta dei balneari ad Alghero, per sottolineare la grave problematica che investe il litorale di Maria Pia, dall'ospedale Marino fino a ridosso di Fertilia: anomala colorazione delle acque, in ben determinati periodi della giornata (dalle 10 alle 20 circa), a seconda delle correnti. Colorazioni che vanno dal marrone scuro al giallo canarino, che fanno dimenticare l'incantevole mare da sempre vantato dalla Riviera del Corallo.
La protesta si sposta sulla terra ferma. Dopo la simbolica chiusura degli ombrelloni e lo sventolio delle bandiere rosse in spiaggia (equivale a non garantire il servizio di bagnino), nella mattinata odierna i titolari degli stabilimenti balneari si spostano sulle strade cittadine per manifestare tutto il loro dissenso. «Non possiamo più andare avanti così - avevano dichiarato ai microfoni di Alguer.it - è un danno per l'economia turistica della città e un danno per noi che non possiamo più lavorare in queste condizioni, questo non è il mare di Alghero».
Cresce intanto anche tra i politici la consapevolezza del problema. E' il consigliere regionale del Popolo della Libertà,
Tore Amadu, a non nascondersi (nonostante sia stato proprio il centro-destra in Regione a bocciare qualche giorno fa un apposito
emendamento in Finanziaria per salvare il Calich) e sollecitare «un intervento urgente per rimediare al disastro ambientale in atto». Il problema che in questi anni si evidenzia sul litorale di Alghero, infatti, è strettamente legato alle condizioni della laguna del Calich, decisamente peggiorate a causa dell'intervento umano.