S.A.
1 marzo 2012
Mare senza imprese: Coldiretti incalza
Il Tar ha dichiarato illegittime le delibere della giunta regionale che prorogano le concessioni demaniali delle imprese di pesca e acquacoltura sarde: la Coldiretti chiede un provvedimento d´urgenza per evitare lo sfratto

CAGLIARI - Un appello di Coldiretti Sardegna per evitare lo sfratto delle imprese di pesca e acquacoltura dai mari sardi è arrivato nei banchi della politica regionale. A seguito di recenti sentenze del Tar sarebbero illegittime le delibere della giunta regionale che prorogano le concessioni demaniali marittime in essere.
«Il mancato rinnovo di tali concessioni, scadute dal 1 gennaio 2009, rischia di configurarsi come occupazione abusiva di aree pubbliche, in assenza di una norma che consenta tali rinnovi nel rispetto delle direttive comunitarie» evidenziano Marco Scalas, presidente di Coldiretti Sardegna, e Mauro Manca, di Coldiretti Impresa Pesca.
«Abbiamo chiesto ai Capigruppo che il Consiglio Regionale assuma un provvedimento d’urgenza – continua Marco Scalas - che eviti a tutte le imprese di pesca e acquacoltura di essere cancellate in un sol colpo, con l’ulteriore aggravante che, qualora le concessioni non vengano rinnovate, le stesse imprese non potranno più accedere ai bandi regionali, pubblicati ed in fase di pubblicazione, con l’ulteriore beffa di dover restituire le risorse comunitarie».
«Viviamo una stagione in cui le imprese sono allo stremo, sicuramente per il caro gasolio, ma anche per la presenza di un sistema burocratico amministrativo inadeguato a gestire le emergenze di un settore cosi delicato – rilancia Mauro Manca – e in tal senso facciamo appello alla politica perché affronti problemi della pesca e dell’acquacoltura per, per la Sardegna, devono essere un’opportunità per lo sviluppo e l’occupazione».
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