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L.P. 1 marzo 2012
Disastro, Petrolchimico a giudizio
Lunedì 5 Marzo, alle ore 9, nel tribunale di Sassari si aprirà il processo nei confronti di alcuni dirigenti delle aziende coinvolte
Disastro, Petrolchimico a giudizio

PORTO TORRES - Al petrolchimico di Marghera ci sono stati 157 lavoratori morti per tumore a causa della nocività del lavoro e delle materie chimiche trattate e 103 lavoratori ammalati delle stesse patologie tra gli operai addetti alle lavorazioni del Pvc. Per non parlare delle forme di inquinamento ambientale dovute agli scarichi industriali nella laguna veneta, ancora più indegno fu il fatto che i dirigenti sapevano e che i 28 imputati vennero assolti. Furono chiesti per il disastro ambientale a Montedison ed Enichem un risarcimento di 71 mila miliardi, ma a pochi giorni dalla sentenza il Ministero dell'Ambiente e la Montedison si sono accordati su un rimborso di 525 miliardi per la bonifica di nove aree del petrolchimico non sufficienti alla bonifica dell’intera area.

Le aziende del Petrolchimico di Porto Torres sembrerebbero aver provocato un bomba ecologica della stessa portata e con un capo di imputazione ben più grave, lunedì 5 Marzo, alle ore 9, nel tribunale di Sassari si aprirà il processo nei confronti di alcuni dirigenti delle aziende coinvolte. A giudizio ci sono Gianfranco Righi, legale rappresentante della Syndial; Guido Safran, manager della Sasol Italia; Diego Carmello e Francesco Maria Apeddu, rispettivamente legale rappresentante e direttore di stabilimento della Ineos Vinyls.

Secondo il pubblico ministero Michele Incani, nelle acque del golfo dell’Asinara sarebbero state riversate ingenti quantità di composti chimici e metalli altamente pericolosi per la salute quali cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene e una lunga serie di altre sostanze cancerogene. Nell’atto conclusivo dell’inchiesta, inizialmente il pubblico ministero ha ascritto agli indagati la colpa per il disastro ambientale e l’avvelenamento di acque e sostanze alimentari. Tale colpa ora sarebbe invece riconosciuta come dolo nella formulazione finale delle imputazioni. Chi ha inquinato, insomma, sapeva esattamente ciò che stava facendo.

Da qui la contestazione del reato di avvelenamento di sostanze alimentari di competenza della Corte d’Assise. L’inchiesta della Procura era partita dopo il blitz degli indipendentisti di iRS che nel 2003, denunciarono la gravissima situazione della collina dei veleni di Minciaredda e che saranno presenti all’esterno del tribunale di Sassari per sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravi problemi politici, sociali e ambientali riguardanti l’area industriale di Porto Torres. «Non siamo disposti ad accettare nessun tipo di accordo o compromesso - sostengono gli attivisti e le attiviste di iRS - che non veda come insindacabile priorità l’inizio dei lavori per le bonifiche che portino al totale risanamento ambientale delle aree contaminate».



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