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Red
13 settembre 2012
«Rinegoziare il Patto di stabilità»
Lo sostiene Mario Medde, segretario generale della Cisl, secondo cui la rinegoziazione del Patto di stabilità sulle maggiori entrate potrebbe comportare una disponibilità nella capacità di spesa pari a 750 milioni

CAGLIARI - Il sindacato lo dice e lo scrive da diverso tempo: la revisione del Patto di stabilità per la Sardegna è un’esigenza imprescindibile, che non appare purtroppo all’ordine del giorno dell’iniziativa del Governo nazionale, ed è pure scomparsa dal dibattito politico nell’Isola. Si tratta invece di un obiettivo fondamentale per garantire una maggiore capacità di spesa della Regione, in un momento caratterizzato da tagli consistenti da parte dello Stato (331 milioni di euro) e da una possibilità di movimentare risorse proprie, nel bilancio regionale, pari a zero.
Lo sostiene Mario Medde, segretario generale della Cisl, secondo cui la rinegoziazione del Patto di stabilità sulle maggiori entrate potrebbe comportare una disponibilità nella capacità di spesa pari a 750 milioni di euro. Di fronte all’emergenza lavoro e alla crisi produttiva che sta assumendo ogni giorno di più contorni drammatici - precisa Medde - la Regione si trova nell’impossibilità di mettere in campo risorse proprie aggiuntive per finanziare sviluppo, lavoro e per garantire la tenuta del sistema di sicurezza sociale.
«È indispensabile, pertanto, rompere il silenzio che grava su questo problema. Soprattutto ora che ci si dovrà confrontare in Consiglio regionale e fuori sulle risorse disponibili a promuovere nuovo lavoro, in primo luogo per i giovani, e per dare risposte ai lavoratori e ai disoccupati sul versante del reimpiego e delle politiche sociali.
Certo è possibile, anzi auspicabile, che si intervenga nella razionalizzazione della spesa, iniziando dalle rendite di posizione della politica nella pubblica amministrazione e riformando la Regione con il trasferimento di funzioni e poteri agli enti locali territoriali».
Foto d'archivio
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