Red
17 maggio 2013
«Bonifiche Eni, escluse imprese sarde»
La denuncia è del deputato sardo Mauro Pili poco dopo la definizione milanese dei competitor per le bonifiche dell’area industria di Porto Torres

PORTO TORRES - «L’Eni fa piazza pulita delle imprese sarde. Per le bonifiche di Porto Torres scegli tre società, tutte escluse le imprese isolane e i consorzi, sia quelli patrocinati da Confindustria che da Confapi. Il blitz si compie nella giornata di ieri a San Donato Milanese. Tre imprese ammesse: l’Astaldi, la Trevi e la Riccaboni. Tutte le altre fuori, compresi tutti i sub appaltatori sardi singoli o consorziati, da Consorzio 131 della Confidustria sarda alle piccole e medie imprese messe insieme dalla Confapi. Non c’è spazio nemmeno per i sub appalti e l’Eni con il piglio del peggior colonizzatore decide sulla testa di tutto e di tutti. La mia denuncia di quasi un anno fa si è drammaticamente consumata con il silenzio di molti complici. Il governo intervenga e metta fine all’arroganza dell’ente di Stato che fa quello che vuole ignorando trasparenza e regole. Si tratta di opere pubbliche di risanamento ambientale, è intollerabile che un appalto di queste dimensioni riservato alle segrete stanze dell’Eni».
La denuncia è del deputato sardo Mauro Pili poco dopo la definizione milanese dei competitor per le bonifiche dell’area industria di Porto Torres. «A ferragosto dello scorso anno avevo denunciato – ricorda Pili - il tentativo dell’Eni di mettere le mani sugli appalti predisponendo una procedura grigia e riservata ai soliti noti. Il risultato di queste ultime ore è eloquente: le imprese sarde non parteciperanno nemmeno ai sub appalti. Escluse tutte le imprese isolane che si sarebbero pure accontentate dei ruoli di subappaltatori, partecipando in consorzi con diversi soggetti ammessi nella prima fase nonostante i restrittivi requisiti imposti dall’Eni. Dei cento milioni di euro messi a correre per le bonifiche dell’area industriale di Porto Torres non resterà nell’isola nemmeno un euro. Nuove discariche già in cantiere per una bonifica che sa di grande schiaffo alla Sardegna. Si mette a segno – prosegue Pili – il blitz congegnato a ferragosto dello scorso anno con l’avvio da parte dell’Eni delle esclusive procedure di gare per le bonifiche delle aree contaminate. Nemmeno briciole per il Nord Sardegna per un’operazione che l’Eni pensa di spartirsi sullo scacchiere nazionale alla faccia della Sardegna e dei sardi»”.
La denuncia, circostanziata e documentata, è stata trasformata in una interrogazione parlamentare dal Deputato sardo Mauro Pili che ha definito «questa procedura una vera e propria speculazione ulteriore ai danni della Sardegna». «Non è la prima volta che l’Eni agisce con la spregiudicatezza del potente di turno – denuncia Pili. Chi ne conosce la storia sa che si tratta, per il pseudo ente di Stato, di un comportamento consolidato. Questa volta l’Eni lo fa nel silenzio più totale, facendo partire da San Donato Milanese, sede nazionale dell’Ente, una missiva destinata a 21 imprese escluse con la motivazione eloquente: “siamo spiacenti di comunicarvi che la vostra società non ha superato con esito positivo la fase di valutazione delle candidature e pertanto non verrà invitata alla relativa gara d’appalto. Tre sole le fortunate che invece vi accedono con una caratteristica su tutte: nessuna sarda. Escluse come imprese principali e ora escluse anche come subappaltatrici. Guarda caso lavori da eseguirsi in Sardegna, nell’area a più elevato rischio ambientale del Nord dell’isola, quella di Porto Torres».
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