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Arnaldo Boeddu 13 luglio 2013
L'opinione di Arnaldo Boeddu
Sistema ferroviario al capolinea
<i>Sistema ferroviario al capolinea</i>

La situazione del sistema ferroviario a scartamento ridotto del Nord Sardegna è arrivato praticamente al collasso. La condizione in cui versa il materiale rotabile, in questi ultimi anni ripetutamente denunciato da parte del Segretario Generale Arnaldo Boeddu, è arrivato al capolinea. I trenini che da oltre 60 anni hanno collegato Sassari con Alghero – Sorso – Nulvi – Tempio – Palau (le ultime due località collegate ultimamente come servizio turistico e non più come trasporto pubblico locale), non ce la fanno proprio più. I guasti, si susseguono e si ripetono con una cadenza giornaliera. Nei giorni scorsi, 7 automotrici su 12 si sono arrese accusando guasti meccanici ed agli impianti di raffreddamento dei motori. Il progetto di rimotorizzazione aziendale pare sia arenato da qualche parte. La prima automotrice con motori sovralimentati e totalmente nuovi, che doveva essere consegnata già da oltre sei mesi, pare sia ferma in una Officina privata ma, non è dato sapere le ragioni.
Nei giorni scorsi, anche i passeggeri di Alghero si sono lamentati poiché l’unica automotrice disponibile da mettere in servizio sulla Sassari Alghero era del tutto insufficiente per le oltre 120 persone che volevano recarsi da Alghero a Sassari.

Se le automotrici versano in queste condizioni, i locomotori non sono certo messi meglio. Sempre più spesso, visto che hanno la medesima età delle sorelle automotrici presentano continui problemi e debbono essere ricoverate nelle officine ferroviarie dopo ogni turno di servizio.
E qui si presenta l’altro problema. L’ultimo concorso per operai fu bandito dalle allora Ferrovie della Sardegna nel lontano 1987, ovvero 25 anni or sono. Nel frattempo, la quasi totalità degli operai assunti nei concorsi precedenti, sono andati in pensione lasciando sguarniti interi reparti. Da oramai troppi anni nei depositi delle ex FdS di Viale Sicilia non vi è reparto in cui non manchino le necessarie figure professionali. Inoltre gli operai entrati con l’ultimo concorso, oramai ultra cinquantenni, iniziano ad accusare i primi acciacchi e non sono più in condizioni di saltare da un ponte all’altro per riparare gli innumerevoli guasti giornalieri. Fatta la fotografia dell’esistente, se la fosse stata condivisa la proposta fatta ai tempi del Governo Regionale guidato da Soru e portata avanti dall’attuale Giunta Cappellacci, avrebbe consentito il territorio del Nord Sardegna di non trovarsi in queste condizioni.

Infatti, oltre ad un piano straordinario di rimotorizzazione, ovvero sostituire i vecchi motori oramai esausti con altri moderni di tipo sovralimentato, indispensabile e non più rinviabile se non si vuole interrompere definitamente il servizio ferroviario garantito attualmente dall’Arst Spa, si debbono non solo predisporre ma, assegnare le gare per la costruzione dei treni a scartamento ridotto dell’intero parco rotabile necessario per il servizio di trasporto pubblico locale ferroviario. Ad oggi, il programma di costruzione di sei nuovi treni aggiudicato a suo tempo dalla Ati Firema e della sua associata Keller risale all’anno 2006 ma, tutti sanno che è bloccato per la nota quanto complicata vertenza in cui si trova l’Azienda sita in Villacidro.
In ogni caso preso atto della pubblicazione di un avviso di indagine di mercato atta ad individuare imprese in grado di consegnare entro diciotto mesi due convogli, eventualmente integrabili con altri due convogli, il drammatico problema rimarrebbe nella sua interezza.

Lasciando stare da parte il fatto che dei sei convogli previsti nel 2006 ne sono rimasti 2 più eventualmente ulteriori due e che questi treni, se tutto va bene, non saranno effettivamente disponibili all’esercizio ferroviario non prima di 24 mesi (due lunghi anni), tale esiguo numero di treni, anche qualora fossero dislocati tutti presso la sede territoriale ferroviaria Arst di Sassari, non sarebbero per nulla sufficienti a garantire il servizio di trasporto pubblico ferroviario di cui il territorio necessita. Per tutte queste ragioni l’intero Consiglio Regionale deve assolutamente trovare le risorse necessarie affinché, in brevissimo tempo, si trovino le risorse necessarie per l’ammodernamento dell’intero parco rotabile ferroviario così come avvenne nel 2008 quando fu rinnovata l’intera flotta degli autobus destinati al trasporto pubblico locale. Inoltre, considerato che per portare a compimento questo progetto potrebbero non essere sufficienti cinque anni, la Ras deve trovare le risorse per un piano straordinario di rimotorizzazione delle attuali littorine per poter garantire continuità al servizio di trasporto.

*segretario Generale Filt-Cgil



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