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Carmelo Spada 28 luglio 2013
Vittime incendi, giornata della memoria
Il 28 luglio è la giornata regionale di prevenzione e lotta contro gli incendi. La data è un doveroso tributo alla città di Tempio Pausania nella quale il 28 luglio 1983 sulla collina di Curraggia persero la vita 9 persone
Vittime incendi, giornata della memoria

ALGHERO - Trenta anni fa, il 28 luglio 1983, il fuoco ha un fronte di cinque kilometri, si sposta velocemente. Combattono contro le fiamme 300 uomini tra operai della forestale e volontari. Ma un gruppo di essi rimane intrappolato da un secondo fronte di fuoco. Cercano la salvezza scavalcando il filo spinato dei confini dei campi, ma vengono raggiunti inesorabilmente dalle fiamme, muoiono arsi vivi o asfissiati: Antonio Manconi, 50 anni; Tanuccio Fara, 36 anni; Mario Ghisu, 35 anni; Silvestro Manconi, 44 anni; Diego Falchi, 43 anni; Claudio Migali, 37 anni muore mentre in aereo viene trasporta in un centro grandi ustioni; Luigi Maisto, 24 anni muore dopo giorni di agonia; Sebastiano Visicale, 32 anni anche lui morto dopo giorni di agonia in ospedale; Salvatore Pala, maresciallo della Forestale. Cinque persone riportarono gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici: Antonio Azara; Vanni Bisson; Antonello Forteleoni; Mario Marchesi; Giuseppe Sotgiu.

Il 24 luglio del 2007 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito, alla memoria, la Medaglia d’oro al Valor Civile ai 9 “Martiri di Curraggia”; successivamente verrà assegnata anche ai sei feriti gravi che a causa delle ustioni subirono anche amputazioni.
Le vittima di Curraggia purtroppo non sono le uniche. E’ una lunga lista terribile di esseri umani arsi vivi dal 1945 ad oggi in Sardegna che può essere riassunta emblematicamente in un’immagine tratta dall’iconografia cristiana: San Lorenzo rappresentato sulla graticola mentre le fiamme bruciano le sue carni. Una immagine potente di tanto dolore è espressa nel dipinto di un genio del tardo Rinascimento italiano quale è Tiziano. L’artista veneto si esprime ne “Il martirio di San Lorenzo” con uno stile teso e drammatico dove il colore e gli squarci di luce impongono un’alta tensione drammatica. Come accade in quelle fotografie sconvolgenti scattate nei giorni successivi del rogo: mostrano corpi anneriti e privi di vita in una landa desolata arsa dal fuoco.

Le immagini sono raccolte nello straordinario libro di Ottavio Olita, “Sardegna in fiamme”. Un libro, pubblicato 20 anni fa, che dovrebbe stare su tutti i banchi delle scuole della Sardegna perché sono tante, sono troppo, sono inaccettabili le vittime del fuoco. Tutti devono sapere, nessuno deve dimenticare. Si devono conoscere e ricordare i martiri laici arsi dal fuoco in questa Isola. Dal 2011 una legge regionale istituisce il 28 luglio come “la Giornata della memoria”.
Gli investigatori del Corpo Forestale ribadiscono che il 98% degli incendi sono causati dall’uomo, non si registrano le “cause naturali”.

Gli incendi sono determinati da interessi illegali diversificati. Molti di questi sono legati alle attività lavorative e produttive nelle campagne; alle attività di spegnimento; ai rancori personali che scaturiscono nell’incendiare i terreni delle vittime con il conseguente deprezzamento dei terreni e il tentativo di acquisto, a prezzi stracciati, da parte di terzi. A speranze illegali di speculazione immobiliare sui suoli. Non mancano i casi di vandali improvvisati. Qualunque siano le cause, tutte, nessuna esclusa, portano morte e distruzione come documenta questa lunga terribile lista di uomini, donne, bambini innocenti arsi vivi in Sardegna dal 1945 ad oggi. Sessantasette morti e diciassette feriti gravi. Martiri laici da non dimenticare.



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