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Red 7 agosto 2013
Per "Galanìas" arriva Crisponi
Una Sardegna autentica e unica nella sua cultura e nella sua identità ma, nel contempo, aperta a modernità e originalità
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ALGHERO - Sarà inaugurata oggi (mercoledì) alle ore 20.30 ad Alghero, al Quartè Sayal, la terza di tre mostre, dal titolo "Galanìas" (I tesori dell’artigianato sardo), realizzate dalla Regione in contemporanea e che rimarranno visibili sino al primo settembre. Oltre all’esposizione catalana, le altre due mostre sono al museo Tribu di Nuoro (inaugurata lunedì) e alla Bottega Santa Croce di Cagliari (inaugurata ieri). Una Sardegna autentica e unica nella sua cultura e nella sua identità ma, nel contempo, aperta a modernità e originalità, è il tratto caratterizzante delle tre mostre, dove si potrà ammirare un inestimabile patrimonio di eccellenze manifatturiere.

Saranno esposti, infatti, i lavori di circa 120 artigiani isolani, esaltazione delle decorazioni dell’artigianato tradizionale e, allo stesso tempo, delle produzioni artistiche attuali. Ceramiche, tessuti, ferro battuto, cestini, opere in legno, oreficeria e coltelleria saranno, forme e temi inconfondibili e radicati della tradizione manifatturiera e artistica isolana, saranno il filo conduttore delle mostre. «La Sardegna è ancorata alle sue tradizioni – così la descrive l’assessore regionale dell’Artigianato Luigi Crisponi, che stasera taglierà simbolicamente il nastro inaugurale della mostra - alle tracce di una terra antica e ricca con una storia millenaria, ma anche protesa costantemente verso la ricerca di nuovi linguaggi per promuovere e far conoscere anche i suoi aspetti più originali».

La mostra allestita al Quartè Sayal, pur nelle sue articolazioni e oscillazioni tra identità e modernità, mantiene chiaro il suo contenuto: un vero e proprio itinerario sull’artigianato contemporaneo. Nel dettaglio si suddivide in quattro temi principali: oggetti della tradizione (dai tavoli allestiti agli scialli di Oliena e ai gioielli); sacro e profano (feste, maschere, quelle della Sartiglia, dei Mamuthones, riferimenti ai riti della Settimana Santa); innovazione (per esempio i tappeti di Antonio Marras, le ceramiche di Angelo Sciannella, le sculture di Giuseppe Silecchia); oggetti del quotidiano (dai campanacci alle sedie in legno e ai piatti). In ogni stanza espositiva c’è una frase celebre tratta da uno scrittore sardo che si riallaccia ai temi trattati nella mostra.
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