il Comitato Territoriale di Sassari della Confederazione Sindacale Sarda si rivolge direttamente all´assessore provinciale Enrico Daga chiedendo il massimo impegno per la bonifica dei territori
PORTO TORRES - «Una visione logicamente ottimistica e palesemente in buona fede quella dell’Assessore Provinciale Enrico Daga nel candidare l’area industriale di Porto Torres per lo smontaggio e lo smaltimento della carretta del mare “Costa Concordia”. La disponibilità di spazi e di professionalità diffusa nel nostro territorio ed in particolare nella costa nord della Sardegna, è ineccepibile così come l’esperienza dei nostri lavoratori e tecnici che operano e soprattutto, hanno operato nell’area industriale durante le diverse fasi evolutive industriali ed involutive da un punto di vista ambientale e salutare».
Così il Comitato Territoriale di Sassari della Confederazione Sindacale Sarda, Alessandra Ruggii, Claudio Deligios, Gavino Piredda, Giuseppe Raimondo Pisanu, Sergio Gambella, Vincenzo Monaco all'indomani della proposta di
Enrico Daga: «Guardando i dati sanitari, la tragedia e la rabbia è indescrivibile. Guardando e verificando il livello di inquinamento dei terreni, delle falde, del mare e soprattutto dell’aria, certificati dai vari enti di controllo, Porto Torres ed il sassarese, risultano le più inquinate d’Italia, ancor più di Taranto che è tutto dire». Ed allora, dopo questa grancassa informativa conseguente alla candidatura di Porto Torres quale sito ideale per la rottamazione delle carcasse navali ed industriali - precisano - se l’Assessore Daga rilancerà con la stessa energia la urgenza delle bonifiche di centinaia di ettari di terreno nelle zone industriali ed in quelle agricole compromesse da stratificati livelli di velenose sostanze accumulate negli ultimi decenni, ci troverà come lavoratori e come Sindacato Sardo, al suo fianco per gridare forte che vengano rispettati gli impegni presi verso il territorio ed i lavoratori. Bonifiche innanzitutto e prima di tutto per poi intelligentemente stabilire ridestinazione dei terreni ex industriali della costa che prima era turchese e preziosa.
«In lista d’attesa ci sono le imprese manifatturiere e della piccola impresa della Sardegna, le imprese della agricoltura verde di prodotti diversificati e non di monocolture imposte, del turismo naturale e lungimirante, della cultura disponibile storicamente e in prospettiva, prima di qualsiasi altra multinazionale che in linea con la tradizione, non lascerà che inquinamento e morte. Colga l’occasione Signor Assessore, nell’interesse della Sardegna e dei suoi lavoratori, e non di cordate politiche ed industriali che sino ad oggi hanno proposto e purtroppo realizzato speculazioni che al di là di miseri stipendi non hanno lasciato nel territorio che gravi problemi da risolvere, trasportando invece ingenti capitali mal guadagnati in altre parti del mondo che nulla hanno a che fare con la nostra identità».