M. P.
13 ottobre 2013
Aree industriali e bonifiche Luciano Mura a tutto campo
L'intervista su PortoTorres24.it. L’ex sindaco di Porto Torres, ed attuale consigliere comunale di minoranza, responsabile Regionale del Partito democratico delle bonifiche aree industriali risponde sullo stato di attuazione delle bonifiche dei siti industriali inquinati

Qual è lo stato di avanzamento dei procedimenti di bonifica, dei siti industriali in Sardegna e in particolare a Porto Torres?
«Purtroppo si registra una situazione di grave ritardo sull’attuazione delle bonifiche. A Porto Torres sono stati effettuati dei piani di caratterizzazione e analisi di rischio del territorio, che presenta due situazioni di emergenza: Area Minciaredda e Progetto di bonifica delle acque di falda. Minciaredda, sede dell’ex discarica dello Stabilimento Petrolchimico di Porto Torres, risulta fortemente contaminata, mentre sulle acque di falda, i sistemi di depurazione sino ad ora utilizzati dall’ENI si sono rivelati inefficaci».
Dunque rimane ancora un problema aperto
«Certo, le bonifiche oltre ad essere attuate hanno bisogno della qualità dell’intervento, e quello attuato dall’ENI, il TAF (Trattamento di acqua di falda), non è in grado di depurare le falde acquifere inquinate, così come non è accettabile per gli Enti Locali costruire un’altra discarica per depositare i rifiuti industriali presenti nella ex discarica industriale, occorre utilizzare le discariche già esistenti».
Quali risorse ha messo a disposizione l’ENI per attuare le bonifiche?
«L’ENI ha previsto un finanziamento di circa 700 milioni di euro, che permetterebbe la realizzazione degli interventi di risanamento e di recupero del territorio adeguati, oltre a favorire una reindustrializzazione dei siti inquinati, attraverso l’impiego di risorse umane, privilegiando la manodopera locale estromessa dal mercato del lavoro industriale».
Quanto allora è possibile recuperare i siti contaminati?
«Così come è possibile prevenire l’inquinamento attraverso dei processi di valutazione ambientale, è possibile anche in presenza di grave contaminazione recuperare le aree fronte mare, dove la presenza di strutture e infrastrutture oltre che delle risorse idriche, favorirebbero la reindustrializzazione del sito. C’è la necessità di snellire le procedure burocratiche e di effettuare maggiori controlli sui processi produttivi».
La normativa vigente sulla tutela ambientale appare adeguata o presenta dei punti critici?
«La normativa vigente in tema di tutela ambientale appare sufficiente, manca forse una piena applicazione soprattutto per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini.
Gli ultimi provvedimenti legislativi nazionali nel campo delle bonifiche (Decreto del fare: legge 21 Giugno 2013) mirano particolarmente a favorire la reindustrializzazione e il recupero dei siti dismessi oltre ad abbreviare l’iter burocratico».
Quanto inciderebbe, in termini di sviluppo economico, l’attuazione di un serio programma di risanamento e bonifica del territorio di Porto Torres?
«Ritengo importante il rilancio dello strumento degli accordi di programma. L’accordo stipulato il 22 settembre 2009 tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Sardegna e i Comuni di Sassari e Porto Torres, prevede l’acquisizione di un finanziamento di circa 6 miliardi e mezzo di euro. Questa maggiore partecipazione degli Enti locali all’iter decisionale, potrebbe consentire un rapido intervento di risanamento e l’individuazione di modalità di riutilizzo produttivo dei siti, modalità compatibile alle realtà socio-economiche locali. In questo senso è possibile rilanciare lo sviluppo economico di questo territorio utilizzando le professionalità del luogo».
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