Già nel 1962 l'allora Onorevole Gavino Pinna poneva più di un dubbio. Tutti i terreni a forte rischio di usucapione
ALGHERO - Si riaccendono i riflettori su Maria Pia nonostante una classe politica oggi al governo cittadino, bloccata e incapace di stimolare discussioni sui più importanti temi di sviluppo. L’area acquistata dal comune al prezzo di 200 milioni di lire è infatti al momento utilizzata per scopi agricoli da privati. Dal momento dell’acquisto sono intervenuti due Enti Pubblici: la Regione, con la costruzione del primo stralcio del Palazzo dei Congressi, e la Provincia di Sassari con la realizzazione della strada intitolata al compianto Tore Burruni. A dirla tutta ci sono stati anche altri due interventi edilizi, ad opera del primo proprietario e cioè l’Ersat ora Laore, poiché ha utilizzato parte dei terreni per la edificazione di due interventi per fabbricati residenziali ad edilizia agevolata (le cosiddette case dei lavoratori dell’Etfas): cioè i fabbricati fronte Ospedale Marino e i fabbricati fronte Calich.
Ai possessori dei restanti terreni e beni immobili, riconosciuti come affittuari già con il rogito “Etfas - Comune di Alghero”, l’Amministrazione non ha mai attuato nessuna azione di sgombero, dando fondati motivi per far intraprendere azioni di usucapione così come avvenuto ad esempio per un tratto dei medesimi terreni, limitrofo al Palazzo dei Congressi, per il quale recentemente proprio l’Amministrazione Comunale ha pagato 30.000 euro al possessore per non continuare la causa (era il 2011) [
DELIBERA]. La vicenda pertanto si complica in quanto i predetti terreni non appartengono ai beni indisponibili del Demanio Comunale, poiché in assenza di azioni da parte della Pubblica Amministrazione vi sarebbero molteplici responsabilità derivanti da anni di inerzia da parte di coloro che avrebbero dovuto vigilare. In effetti tale inerzia potrebbe aver avuto un carattere malignamente strumentale, almeno così come parrebbe da un documento a firma dell’Onorevole Gavino Pinna, che si interessò di Maria Pia da prima della vendita al Comune di Alghero [
LEGGI IL DOCUMENTO STORICO DEL 1962].
Egli nel documento illustra un’azione preordinata, promossa da parte di una classe politica allora al governo cittadino, e incentrata all’acquisto da parte del Comune e alla successiva elaborazione del Piano Regolatore Generale, il quale guarda caso previde la costruzione non solo di opere pubbliche ma anche di residenze private, in quanto una parte dei terreni di Maria Pia fu classificata, così come è ancora oggi, zona C, cioè di espansione residenziale. La domanda allora sorge spontanea: che interessi poteva avere il Comune per acquistare un terreno per uso pubblico per 200 milioni di lire e prevedere invece urbanisticamente, anche se solo in parte, un uso privato?
Tale fatto, forse comprensibile negli anni 70, è stato di recente in parte corretto almeno politicamente, poiché tra i vincoli successivamente “suggeriti” con verbali di Giunta e di Consiglio Comunale gli indirizzi edilizi approvati perseguono bene o male attività alberghiere di alto pregio e cioè alberghi a quattro o a cinque stelle. I progetti in “circolazione” sono due, uno di imprenditori locali che avrebbero acquistato la società che si è aggiudicata la gara di projet financing bandita dal Comune di Alghero, e l’altro di una società di ingegneria che avrebbe elaborato un master plan con un intervento alberghiero molto più ridotto, si parla di circa 650 posti letto a fronte del primo di circa 1500, ma con tutta la restante parte del terreno destinato a verde e a parco.
Nella foto d'archivio: un recente progetto su Maria Pia