Luigi Lotto
6 febbraio 2014
L'opinione di Luigi Lotto
Pensare in grande alla qualità della vita
Coniugare il rilancio dell’economia e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini è senza dubbio una delle sfide più difficili che la politica oggi possa affrontare. Sviluppare, promuovere e sostenere la mobilità alternativa diventa perciò un imperativo categorico che non ha ancora trovato una giusta dimensione nel dibattito elettorale. Bisogna infatti pensare in grande quando si parla di «qualità della vita». Inquinamento dell'aria, della terra, i gas serra, la difesa dal rumore, sono problemi del mondo intero. Ma per risolverli dobbiamo capire come dobbiamo affrontarli, è necessario vedere cosa possiamo fare per risolverli nella dimensione individuale e locale. È questa la ragione che mi ha spinto nell'idea di far diventare una priorità politica il problema della «mobilità sostenibile».
Sembra una cosa difficile. Invece è di una semplicità banale. Perché non si tratta solo di promuovere piste ciclabili oppure o tram elettrici. O persino di promuovere e privilegiare la mobilità per eccellenza, cioè quella a piedi. (Può far sorridere: ma l'istituzione dei servizi di «piedibus», cioè di accompagnamento a piedi degli scolari, consente ai ragazzi di muoversi in sicurezza all'interno di una comunità, di ridurre il traffico all'entrata delle scuole, promuovere la conoscenza del territorio e comportamenti salutistici.) Si tratta allora di ripensare una idea della mobilità di ciascuno meno oneroso per le persone ma anche per la collettività. Affrontando il problema da un punto di vista territoriale inedito. Per dire: Alghero e Sassari sono è vero due città ma insistono su un territorio comune per il quale servono interventi comuni. Capisco che possa sembrare quasi una utopia.
Ma proviamo a immaginare come migliorerebbe la vita di tutti i cittadini se si potesse disporre di una metropolitana leggera per collegare Alghero a Sassari e Sassari ad Alghero. Con effetti su grande scala nel periodo turistico. Si pensi al turismo sportivo. Quello per tutti, non i campi da golf promessi demagogicamente da Berlusconi. La premessa è la costruzione di un modello di sviluppo che migliori la competitività della nostra offerta turistica integrando la fruizione delle aree litoranee, dei siti naturalistici e archeologici, con la riqualificazione delle aree urbane. In sostanza, un turismo “non solo mare” rivolto anche alle aree urbane e periurbane, migliorando l’immagine delle nostre città, attuando misure e azioni mirate a rendere la mobilità più sostenibile.
In assenza di un vero e proprio piano di intervento a livello nazionale e sovranazionale, sono le amministrazioni locali che devono affrontare il problema della mobilità sostenibile. Sono numerosi i comuni italiani che hanno predisposto e adottato un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, riconosciuto dalla Commissione Europea quale strumento strategico nel campo della mobilità sostenibile e condizione premiante per l’accesso ai finanziamenti comunitari. Le due principali città sarde, al contrario, sono ancora ben lontane dal raggiungimento di risultati concreti. Da un’indagine del 2012 sulla mobilità sostenibile in 50 principali città italiane, Sassari si posiziona al 44° posto e Cagliari al 38°.
Una normativa che renda il trasporto urbano più intelligente, accessibile e sicuro deve riguardare l’intero territorio regionale, perché la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, dei consumi energetici legati ai trasporti sia efficace e percepibile. La proposta di legge presentata nella precedente legislatura, oltre alla promozione dei trasporti collettivi, alla limitazione dell’uso dei veicoli privati e la creazione di una rete ciclabile regionale integrata, favorisce la coesistenza dell’utenza motorizzata e di quella non motorizzata, promuove la diffusione e l’utilizzo dei veicoli elettrici… «Mobility management» è la definizione internazionale.
*Consigliere regionale uscente, candidato nelle liste del Pd
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