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D.C. 11 febbraio 2014
«Porto Conte non si separi ma si candidi»
Le critiche del presidente de Òmnium Cultural de l’Alguer e del fondatore dell’Associacio’ per la Salvaguarda del Patrimoni nei confronti del comitato che ha lanciato la scelta separatista del Comune di Porto Conte. Piuttosto si candidino alle prossime comunali è la controproposta
«Porto Conte non si separi ma si candidi»

ALGHERO - Lo scorso 15 Gennaio, il presidente del Comitato della Bonifica, Tonina Desogos, aveva inviato all'Ufficio Enti Locali della Regione Sardegna e al Comune di Alghero, la documentazione inerente all'istituzione del nuovo Comune di Porto Conte [LEGGI], assecondando la volontà di buona parte dei residenti nella zona, ormai stufi della poca attenzione rivolta ai quei luoghi da parte dell’amministrazione di Alghero. Oggi, a quasi un mese di distanza da quell’atto, arrivano le prime critiche da parte di Stefano Campus, presidente Òmnium Cultural de l’Augure, e Guido Sari, fondatore dell’Associacio’ per a la Salvaguarda del Patrimoni, concordi nel pensare che la scelta separatista non sia la giusta soluzione alle mancanze della politica algherese: «non solo non è la scelta migliore, ma poggia su un fondamento d’ingiustizia, dato che per garantire e valorizzare l’economia del nuovo comune si vorrebbe danneggiare quella dell’antico comune d’appartenenza, che verrebbe privato del 50% del suo territorio, e per di più del 50% più economicamente rilevante». E si domandano: «Chi dovrebbe costituire la classe politica in grado di assicurare al nuovo comune quel buon governo di cui tanto lamentano la mancanza? Solo persone rigorosamente del territorio dell’ex Bonifica? Presumibilmente alcuni dei membri del Comitato di Rinascita, magari quelli e solo quelli che si sentono sardi doc?».

In ogni caso, la scelta viene considerata da entrambi etnico razzista, dal momento che, come spiegano, «nell’articolo inviato alla Regione e al Comune di Alghero si legge la frase: “abbiamo bisogno di liberarci del modus operandi della classe politica di Alghero», espressione che secondo loro «sottende una cromosomica attitudine della classe politica algherese per il mal governo e pertanto l’esistenza di classi politiche migliori». «E’ davvero significativo - aggiungono a tal proposito- che le stesse persone che affermano di essere vittime della discriminazione perpetrata dalla classe politica di Alghero passino poi tranquillamente sopra quei pochi che sono di “origine catalana, che potrebbero non desiderare di separasi dal comune di Alghero, ma soprattutto è deprimente che si faccia ricorso ad argomentazioni di carattere “etnico-culturale” che se sentite in bocca di algheresi parlanti avrebbero suscitato il biasimo generale e che invece gli estensori dell’articolo ribadiscono senza vergognarsi, anzi quasi sperando nel consenso della maggioranza dei sardi».

Tutte considerazioni queste che portano però Sari e Campus a precisare la propria posizione: «non credano, i componenti del comitato, che vogliamo difendere la classe politica algherese, anzi siamo solidali con loro nel criticarla, piuttosto avremmo preferito che alle giuste critiche si associassero delle proposte costruttive volte al cambiamento». Immancabile a questo punto la proposta: «quale miglior atto per tentare di realizzare l’agognato cambiamento che quello di candidarsi per le prossime elezioni comunali e così partecipare di persona fattivamente al governo di tutto il territorio di Alghero?». Consigli a parte, i due soggetti contrari alla frammentazione del territorio, scelgono di concludere il proprio discorso con queste parole: «Comprendiamo e condividiamo i forti disagi e disservizi che da anni subiscono i nostri concittadini algheresi che risiedono nell’agro, ma sono gli stessi disagi che subiscono da anni coloro che risiedono alla Pietraia, a Sant'Agostino, alla Taulera, a Sant'Anna, nel centro storico, a Fertilia, a Pollina, a Punta Moro, Nuraghe Majore, Ungias, Galanté, il Carmine, Salondra ecc. Anche questi concittadini devono chiedere di costituirsi in Comune autonomo?». «Attenzione quindi - proseguono - a non creare artatamente steccati o ridicole e inesistenti contrapposizioni “ razziali” che richiamano periodi tristi della nostra storia e che rappresentano fallimentari e goffe emulazioni di rivendicazioni secessioniste magari con l’utilizzo dello slogan “Alghero ladrona”».

Nella foto: Stefano Campus



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