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Vittorio Guillot 2 marzo 2014
L'opinione di Vittorio Guillot
Consigli pratici per il voto di Alghero
<i>Consigli pratici per il voto di Alghero</i>

Le elezioni comunali algheresi sono ormai prossime e, perciò, è iniziato il tormentone della scelta delle coalizioni e dei candidati a consiglieri e a sindaco. Certamente l’individuazione di un primo cittadino capace, preparato, onesto e autorevole è indispensabile per guidare bene la amministrazione cittadina, ma non basta per ottenere validi risultati ed evitare che la rissosità permanente porti all’ennesimo fallimento e all’ennesimo commissariamento del comune. Mi son chiesto come agirei se fossi interessato alla formazione di una qualsiasi coalizione. Mi son risposto che porrei il massimo impegno nel definire i programmi e le priorità amministrative a cui dare la precedenza. Non pensate, infatti, egregi lettori, che il confronto, magari serrato, tra chi intende dar vita alle coalizioni dovrebbe avvenire in questa fase mentre andrebbe assolutamente evitato, in caso di vittoria, dopo il “varo” dell’esecutivo che dovrebbe, invece, operare sul binario precedentemente concordato tra i partiti e approvato dagli elettori? Come dire: patti chiari, amicizia lunga!

Aggiungo che non escludo che i programmi possano cambiare, soprattutto nel corso di una lunga legislatura, a causa di eventi particolari o per straordinarie cause di forza maggiore. Questi cambiamenti dovrebbero, comunque, essere motivati in maniera stringente e, se dovessero stravolgere programmi e bilanci, a richiesta di un numero qualificato di consiglieri o di cittadini, potrebbero essere sottoposti a referendum confermativo. Alla fin fine chi dovrebbe comandare non dovrebbe pur essere il famoso “Popolo sovrano”, da non confondere con l’altrettanto famoso “Popolo bue”? A parte tutto ciò, personalmente comincerei col chiedermi, dopo aver sentito i cittadini e le organizzazioni sociali e di categorie, quali siano le potenzialità e le difficoltà di questa città. Dato che ad Alghero vi sono più problemi che in un libro di matematica, la loro individuazione non mi pare particolarmente complicata. Subito dopo cercherei di definire la priorità da dare a questi problemi. E qui, data la gravità di ciascuno di essi, sorgono le prime, grosse, difficoltà.

Comunque, poiché non credo che qualcuno abbia una bacchetta magica che ne consenta una risoluzione simultanea, un ordine alle priorità deve pur essere dato. Successivamente cercherei di capire come ciascuna questione debba essere affrontata e, cioè, con quali strutture amministrative e operative, con quali metodi, con quale personale, con quali mezzi finanziari ed entro quale tempo. Infine cercherei di individuare gli assessori a cui affidare la responsabilità di sviluppare e attuare i programmi concordati tra i partiti della coalizione. E’ ovvio che cercherei di affidare questi incarichi ad assessori capaci di mandarli avanti e non terrei conto né della loro età, né del loro sesso né del loro partito di appartenenza o di “riferimento”, ma solo ed esclusivamente delle loro capacità. Indubbiamente, nell’esporre questo mio punto di vista, non ho detto niente di nuovo e, se fossimo in un paese normale, direi che ho semplicemente scoperto l’acqua calda. Aggiungo che ritengo che i programmi della coalizione, e sottolineo di tutta la coalizione, debbano essere proposti al corpo elettorale prima delle elezioni.

Mi piacerebbe, addirittura, che agli elettori fosse anche indicata la “squadra” degli assessori e dei presidenti dei vari enti e società partecipate con cui si intende governare. Chiedo troppo o non sarebbe, piuttosto, una questione di chiarezza amministrativa ed un metodo per porre ogni membro del “governo della città” di fronte alle proprie responsabilità ed a metterci la faccia fin dall’inizio? Eviterei, ad ogni modo, a tutti i costi la pedissequa applicazione del “manuale Cencelli”, anche se essa fosse mascherata con nobili camuffamenti ideologici. Quel manuale, come molti lettori sanno meglio di me, prevede, invece, che gli incarichi direttivi, e non solo, non siano attribuiti secondo le capacità personali, ma secondo la appartenenza di personaggi, e tante volte si tratta di mezze cartucce, a partiti, partitini, partitelli e, perfino, a correnti e sottocorrenti, in base al loro “peso elettorale” e ai loro particolari interessi di bottega.

Con la applicazione di quel manuale, inoltre, si finisce per sottrarre di fatto il controllo di assessorati, enti e società partecipate alla direzione e al coordinamento del sindaco e si sottopongono, invece, a quelli dei vari partiti e gruppetti. Così l’azione unitaria di una coalizione e di un sindaco, anziché sviluppare delle sinergie che produrrebbero progresso e benessere, si frantuma in mille rivoli da cui scaturiscono “conflitti di interessi“ particolaristici alimentati da convenienze personali e, a volte, motivati da zelanti motivazioni ideologiche e politiche, che causano la paralisi mortale della amministrazione comunale e, quel che è peggio, della vita economica e sociale della città. In conclusione, penso che o si superano una volta per tutte questo sistema asfittico e asfissiante di fare politica e la mentalità vecchia, anche se spesso ammantata di giovanilismo e progressismo, che pone il tornaconto del proprio gruppetto al di sopra di quello generale, o la città, già in coma profondo, morirà per colpa della inettitudine di una classe politica idiota e rapace.



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