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Monica Caggiari 6 gennaio 2006
A spasso per le antiche vie romane
Le reti viarie romane, nella più ampia analisi della gestione di un territorio difficile e per alcuni versi ostile e impenetrabile, hanno catturato l’attenzione di un pubblico eterogeneo, che nella serata di ieri, 5 gennaio, ha seguito nella Sala Convegni di San Francesco la Conferenza dal titolo “Le strade romane in Sardegna”
A spasso per le antiche vie romane

ALGHERO - L’argomento della serata, organizzata dall’Associazione Tholos nell’ambito del programma Tholos in itinere, è stato illustrato dal docente di storia romana dell’ateneo sassarese Attilio Mastino, il quale ha reso noti i risultati di alcune ricerche svolte insieme ad un gruppo di studiosi e di recente pubblicazione. L’ordinario di storia romana ha introdotto l’argomento partendo dalla più ampia descrizione della viabilità romana in Sardegna. La penetrazione romana, portata avanti soprattutto nel periodo repubblicano, si sviluppò sulle strade preesistenti d’epoca fenicia e punica, rimodellate e in alcuni tratti ricongiunte all’efficiente rete litoranea dei romani. Lo scopo principale era collegare i porti, dai quali partivano mercanzie e derrate alimentari, in particolare cereali. In secondo luogo venne anche dato spazio alla penetrazione del territorio, per agevolare il controllo delle riottose popolazioni interne. Le strade romane servivano quindi principalmente ad unire i tre grandi porti sardi di allora: Olbia, località di prima penetrazione, Tibula, localizzata nei pressi di Castelsardo, e Carales, il grande centro commerciale cagliaritano. Molto interessante l’analisi della rete viaria sul lato occidentale, d’origine fenicia, che i romani trovarono frantumata in sette tronconi, ricollegati i quali divenne possibile, nel passaggio dalla repubblica all’impero congiungere il traffico commerciale, soprattutto minerario, dell’ovest e sud–ovest con l’importante porto di Turris Libisoni, odierna Porto Torres. Interessante l’analisi della toponomastica, aggiunta di volta in volta alla descrizione dei collegamenti tra roccaforti romane non più esistenti, come Carbia, nell’agro di Alghero e Nure, che potrebbe aver dato la definizione geografica di Nurra al territorio circostante. La serata si è conclusa con l’apertura di un confronto diretto col pubblico, che, attraverso numerose richieste di chiarimenti e ulteriori informazioni, ha dimostrato il notevole interesse scaturito attorno all’argomento.



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