M. P.
11 giugno 2014
Bonifica presso l’ex cementificio a Porto Torres
Circa 96mila euro per bonificare un sito privato, l’area in cui era situato l’ex cementificio di proprietà della società Mediterranea 96, all’interno dei confini della zona industriale di Porto Torres

PORTO TORRES - Circa 96mila euro per bonificare un sito privato, l’area in cui era situato l’ex cementificio di proprietà della società Mediterranea 96, all’interno dei confini della città di Porto Torres. Una priorità decisa dal dirigente del Settore tecnico, ingegnere Claudio Vinci, e che riguardano l’ex cementificio della zona industriale (Mediterranea ’96). Una faccenda complessa, che faceva riferimento anche a Flavio Carboni, risalente al 2007, quando in seguito a un sopralluogo dei carabinieri del Noe, presso il vecchio cementificio, i militari avevano verificato lo stato di pericolo delle costruzioni, tuttora fatiscenti e una discarica non autorizzata con rifiuti speciali pericolosi al loro interno.
L’area fu sottoposta a sequestro preventivo. Nel 2007 l’allora sindaco Luciano Mura aveva firmato un’ordinanza con la quale intimava ai proprietari degli impianti di mettere in sicurezza l’area e procedere alla bonifica. Ma a quell’ordinanza, e a tutte le altre successive, la società Mediterranea 96 non ha mai risposto con gli interventi necessari previsti dalla normativa vigente. Il Comune ora deve provvedere in sostituzione del privato, alla messa in sicurezza di emergenza e rimozione rifiuti del perimetro dell’area, oltre a redigere un piano di caratterizzazione dell’area stessa. Una situazione paradossale, in cui ancora una volta occorre investire denaro pubblico per recuperare aree dell’ex petrolchimico, contaminate e abbandonate dai responsabili degli sversamenti di materiali tossici, dei depositi illegali di rifiuti, con assenza totale dell’ abbattimento delle emissioni inquinanti, un’eredità industriale avvenuta nell’indifferenza dei “colpevoli”, a pochi metri dal porto e dalla città, che ancora una volta deve “pagare” gli errori di chi ha inquinato rimanendo impunito.
Vi è poi un problema di ordine burocratico, infatti l’impianto dell’ex cementificio ricade all’interno di un Sito di interesse nazionale, dove ogni intervento di bonifica dovrebbe essere concordato con il ministero per l’Ambiente e la Regione. La contaminazione industriale resta un problema di grave portata, dovuto non solo alla mancanza di risorse economiche, che dovrebbero arrivare dal mondo dell’impresa, ma alla necessità di snellire le procedure amministrative: una sfida difficile, ma ne va della salute della comunità.
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