Mariangela Pala
16 giugno 2014
Porto Torres, se la chimica verde è il futuro
Si parla tanto di chimica verde, soprattutto in questi giorni in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto di Matrìca avvenuto questa mattina, ma non sempre il suo significato appare chiaro

PORTO TORRES - Si parla tanto di chimica verde, soprattutto in questi giorni in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto di Matrìca avvenuto questa mattina, ma non sempre il suo significato appare chiaro. La chimica non contempla tra i suoi principi l’etica, ma esiste la responsabilità sociale, principio negli anni mai rispettato, e così abbiamo assistito a innumerevoli disastri provocati dal cattivo uso della chimica, in particolare in ambito industriale e petrolifero. Ecco quindi la definizione di “chimica verde”: quel ramo di ricerca della chimica che sviluppa – in particolare nelle attività produttive – prodotti e processi che riducano al minimo l’utilizzo di sostanze pericolose per l’ambiente e il consumo energetico. In altre parole si tratta di rendere sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, la produzione di sostanze chimiche e materiali innovativi. Nel caso di Matrìca, i bionomeri ricavati dai semi di cardo, sono sostanze a basso impatto ambientale.
E’ possibile nella produzione di polimeri, sfruttare composti di partenza meno inquinanti per ottenere un risultato simile a quello normalmente utilizzato. Catia Bastioli, l’amministratore delegato di Matrìca, nel suo efficace intervento ha sottolineato, durante la cerimonia di inaugurazione dell’impianto, che la “chimica verde” è un traguardo della ricerca per sostituire prodotti di origine sintetica tossici e inquinanti, con prodotti derivati da materie prime rinnovabili, più salubri e biodegradabili. A Porto Torres con l’apertura dei primi due impianti della bioraffineria di terza generazione si gioca una partita importante cominciata 3 anni fa, nel maggio del 2011, quando è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per la chimica verde tra governo, enti locali, sindacati, Novamont ed Eni Versalis.
Obiettivo riconvertire il sito industriale per rimettere a posto la situazione ambientale e sanitaria della passata stagione della chimica ed entrare con Matrìca (joint venture Versalis- Novamont) in una nuova fase di sviluppo. «Tutta l’economia può diventare economia verde, sulla quale basare la produzione del futuro», così il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha inaugurato lo stabilimento Matrica di Porto Torres, puntualizzando sull’importanza della battaglia per far rispettare la legge europea, circa l’utilizzo degli shopper , i sacchetti di plastica-bio. Finora Matrìca ha investito 182 milioni di euro ed è stato dato lavoro a 120 persone che diventeranno 145 entro fine anno. I primi prodotti, ricavati da piantagioni di cardo, saranno bioplastiche, biolubrificanti, additivi per gomme e polimeri, cosmetici. Ci sono anche l’acido azelaico, che può essere utilizzato in una vasta gamma di applicazioni nel settore della cosmesi e della cura della persona e l’acido pelargonico, l’unico erbicida di origine naturale a spettro totale (è il prodotto base per applicazioni in campo cosmetico, della cura della persona, della detergenza, delle fragranze per alimenti).
Il progetto prevede la sperimentazione, a cura di Novamont, di colture agricole locali per alimentare gli impianti: circa 400 ettari coltivati a cardo, pianta autoctona e sono in corso sperimentazioni con altre colture oleaginose. Il progetto, realizzato senza incentivi, ha ottenuto un finanziamento di 70 milioni di euro dalla Banca europea. Ora si tratta di capire quanto la promozione di filiere locali di chimica verde, siano in grado di aprire nuove prospettive applicative con interessanti ricadute economiche, sicuri del contributo decisivo che la chimica verde può offrire ad uno sviluppo sostenibile.
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