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Carmelo Spada 1 luglio 2014
Rischio incendi, parla il comandante della Forestale
Il neo comandante regionale del Corpo Forestale, Gavino Diana, racconta la complessa macchina organizzativa messa in campo dalla Regione Sarda per combattere gli incendi
Rischio incendi, parla il comandante della Forestale

ALGHERO - Il neo comandante regionale del Corpo Forestale Gavino Diana racconta la complessa macchina organizzativa messa in campo dalla Regione Sarda per combattere gli incendi. I rapporti tra Stato, Regione ed enti locali. Mezzi, uomini, strategie e la sperimentazione di un nuovo strumento, una lancia miscelatrice per schiumogeno realizzata dal Corpo forestale di Nuoro.

Comandante Diana può dirci quanti sono e la dislocazione i canadair in Sardegna messi a disposizione dalla Protezione civile per la lotta agli incendi?
«Sono tre i Canadair dislocati nell’aeroporto di Olbia per la campagna estiva antincendio 2014; inizialmente erano due. L’aumento della dotazione di aerei è avvenuta grazie alla determinazione della Regione Sarda e alla sensibilità dimostrata dal Governo nei confronti del territorio sardo, duramente provato negli scorsi anni dagli incendi boschivi».

E la Regione Sarda con quali strumenti e mezzi svolge la sua parte nella lotta agli incendi?
«L’impegno della Regione è rilevante: un Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi aggiornato ogni anno, le Prescrizioni regionali antincendio, un apparato di lotta imponente diffuso su tutto il territorio regionale (Protezione civile regionale, Corpo forestale, Ente foreste della Sardegna, Associazioni di volontariato, Barracelli) che dispone di una Sala operativa regionale (SOUP), 7 Centri operativi provinciali (COP), 11 basi per elicotteri antincendio, un grande numero di autobotti e mezzi fuoristrada. Migliaia di persone quotidianamente impegnate nella prevenzione, nell’avvistamento, nella lotta a terra e nell’attività investigative per assicurare alla giustizia i responsabili degli incendi. Un impegno veramente imponente che richiede uno sforzo economico altrettanto rilevante a carico della collettività».

Quale è il ruolo che devono svolgere i comuni?
«I comuni possono svolgere un ruolo determinante attraverso l’individuazione preventiva e l’eliminazione delle situazioni di pericolo, con il contributo fattivo della popolazione. L’apparato di lotta, per quanto possa essere efficace, non potrà mai essere capace di intervenire tempestivamente in tutte le situazioni. Ogni anno ci sono lamentele e polemiche per i “ritardi” degli interventi di aerei e squadre di lotta. Si ha la sensazione, talvolta, che sia ancora troppo diffusa la pretesa di interventi istantanei in ogni angolo di Sardegna e in qualunque momento. I comuni possono promuovere in vario modo comportamenti virtuosi e una nuova cultura della protezione civile, guidando i cittadini nell’adozione di soluzioni che riducano l’esigenza di ricorrere a un apparato di lotta costoso e, purtroppo, non sempre disponibile».

Comandante Diana nel corso di una recente esercitazione avete sperimentato l’utilizzo di un nuovo strumento per combattere efficacemente il fuoco, come funziona?
«Si tratta di una lancia miscelatrice, con meccanismo di regolazione della percentuale di schiumogeno, che è stata pensata e messa a punto da personale del Corpo forestale e realizzata con la collaborazione di una ditta artigianale di Nuoro. Si tratta di un’apparecchiatura semplice, da abbinare alle autobotti e di uso flessibile nelle diverse situazioni. Produce una schiuma antincendio simile a quella utilizzata dai Canadair, consentendo una distribuzione molto precisa per rendere inerte una parte della vegetazione, prima che sia raggiunta dal fuoco. Uno strumento in più a disposizione dell’apparato antincendi, che dalle prime prove sul campo ci pare possa avere un ruolo importante per combattere gli incendi con tecniche nuove, soprattutto quando è necessario usare il fuoco tattico per sottrarre combustibile vegetale all’incendio che avanza. La nuova lancia miscelatrice è stata realizzata partendo da attrezzature già in dotazione al Corpo forestale regionale. L’innovazione riguarda l’abbinamento a un serbatoio ergonomico e l’inserimento di un meccanismo di regolazione della percentuale di liquido schiumogeno da miscelare con l’acqua erogata dalle autobotti. L’apparecchiatura è dotata di attacchi universali e consente l’abbinamento rapido a qualsiasi autobotte disponibile. Il prodotto utilizzato è certificato per l’uso antincendio e non presenta particolari inconvenienti per gli operatori e per l’ambiente, essendo biodegradabile e privo di tossicità».

In quali circostanze può essere utilizzata?
«Il Corpo forestale da qualche anno ha alcuni gruppi specializzati per l’analisi del comportamento degli incendi e per l’uso del fuoco in funzione antincendio. L’uso autorizzato del fuoco come arma antincendi non è una cosa semplice e deve essere fatto in condizioni di massima sicurezza. L’esigenza principale di questi operatori è quella di individuare dei “punti di ancoraggio”, delle “zone di sicurezza” e delle “vie di fuga” certe. L’uso dello schiumogeno consente di realizzare rapidamente e a costi contenuti, anche in assenza di strade o aree prive di vegetazione, delle linee di contenimento per procedere all’accensione di un fuoco tattico o di un controfuoco. La schiuma antincendio può essere usata per creare una zona di sicurezza per persone e mezzi, qualora ci sia il rischio di una esposizione troppo ravvicinata alle fiamme, per esempio a causa di un cambiamento improvviso del vento. Analogamente, lo schiumogeno può servire per proteggere abitazioni o altro nelle numerose zone di interfaccia fra le aree urbanizzate e le campagna. Occorre precisare, tuttavia, che siamo ancora in una fase sperimentale e che, in ogni caso, neanche questa tecnica può fare miracoli».

Comandante Diana se un cittadino avvista un incendio che cosa deve fare?
«Chiamare immediatamente il numero telefonico di emergenza del Corpo forestale 1515 o il 115 dei Vigili del fuoco».
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