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Antonio Burruni 2 luglio 2014
Zeman: «una squadra per fare buon calcio»
Presentato questa mattina, il nuovo allenatore del Cagliari. «Mi fa piacere essere qui a Cagliari, dove c’è entusiasmo, c’è la nuova proprietà e c’è la voglia di fare», ha dichiarato il boemo
Zeman: «una squadra per fare buon calcio»

CAGLIARI - «Mi dispiace, perché io avevo raggiunto prima un accordo con il Bologna. Poi mi sono spaventato della situazione in società e mi fa piacere essere qui a Cagliari, dove c’è entusiasmo, c’è la nuova proprietà e c’è la voglia di fare. Quindi, secondo me, è andata bene per me». Con queste parole, Zdenek Zeman ha aperto la sua prima conferenza stampa da nuovo allenatore del Cagliari, chiarendo subito quanto accaduto. Il tecnico boemo aveva un accordo “sulla parola” con i felsinei, ma pare non aver mai ricevuto le giuste rassicurazioni.

«Il Cagliari è una buona società. Ha fatto la serie A per tanti anni. È cambiata la proprietà e penso cambierà molto, perché (l’ex ed il nuovo presidente, ndr.) sono due persone completamente diverse. Cellino è vulcanico, si fa sentire, si fa vedere. Giulini è più tranquillo, gli piace fare le cose più con calma, coperto», chiarisce subito Zeman, che, a chi gi ricorda la sua età (ha compiuto 67 anni a maggio) risponde: «A me piace stare sul campo. Più vado avanti con l’età e più mi piace stare con i giovani - senza fare allusioni (sorride, ndr) - perché mi fanno ringiovanire. Mi piace allenare, mi piace la società che mi da ancora la possibilità di stare sul campo. Cagliari mi piace – prosegue - Io sono mezzo palermitano, città sul mare, sull’isola: mi auguro di trovarmi bene come a Palermo. Forse a Cagliari, in questo momento l’unica cosa che manca è lo stadio. La società sta facendo di tutto per migliorare la situazione. In questo momento c’è da spaventarsi. Non abbiamo approfittato dei Mondiali del ‘90. Si poteva fare meglio, di più».

Ovviamente, l’attenzione estiva è rivolta al calcio mercato. L’allenatore rossoblu chiarisce: «Stiamo parlando. Il mercato è iniziato ieri. Sto cercando di costruire una squadra che mi può dare assicurazioni, che può far divertire e fare un buon calcio. Non parlo di mercato, perché le cose cambiano ogni mezz’ora. Mi auguro solo che il 10 luglio la squadra sia completa. Ora non vedo il direttore, perché penso stia lavorando sul mercato (arriva la conferma del presidente Giulini, ndr). Mi auguro ci sia il tempo di fare quello che io ho in testa e che il presidente ha in testa. Fare calcio per la gente e farlo in maniera ragionevole. È chiaro che vorrei comprare Messi, ma se non si può non si può. Altri fanno passi più lunghi della gamba e poi si trovano male. Per esempio, gli africani giocano già in campionati importanti ed il Cagliari non si può permettere queste spese. Dobbiamo crescere i nostri giocatori e valorizzarli».

Diversi giocatori del Cagliari hanno molte richieste, anche da squadre di livello. «Non esiste un giocatore incedibile – spiega Zeman - dipende da quello che si vuole fare e come si fa. È chiaro che Astori sia un giocatore importante e ha richieste importanti. Se può migliorare è giusto che migliori. Noi saremmo contenti se restasse con noi, ma non voglio tagliare le ali ad un giocatore che può crescere». Si passa quindi a parlare di alcuni giocatori già presenti nella rosa rossoblu. Su Cossu: «E’ da anni a Cagliari, ha fatto molto bene. Io lo conosco da avversario fin da quando giocava a Verona. È un po’ avanti con l’età e bisognerà vedere le sue motivazioni»; su Sau «Ha fatto benissimo con me a Foggia e poi si è ripetuto qui, dimostrando che ha dei valori. Ma il posto non ce l’ha assicurato nessuno. C’è concorrenza. È normale che con lui il rapporto è un po’ più avanti, visto che lo conosco meglio di altri»; su Conti: «Se Daniele gioca ancora oggi, forse il merito è anche di quella preparazione che ha fatto con me. Spero che si possa lavorare e che i ragazzi riescano a seguirmi. Io l’ho fatto giocare nel ’98-‘99, aveva già la personalità e negli anni a Cagliari l’ha dimostrato. Ha dimostrato che è un giocatore di calcio e non un raccomandato di papà. Ha fatto bene e spero possa continuare a fare bene, spero che l’entusiasmo ci sia anche alla fine dell’anno. Dobbiamo ancora iniziare a lavorare e spero che la squadra riesca a dare emozioni, divertire il pubblico e fare risultati positivi. Penso che Daniele sarà leader nello spogliatoio». A chi gli chiede un commento sul nuovo tatuaggio di Mauricio Pinilla (l’attaccante cileno si è fatto tatuare l’azione della traversa colpita contro il Brasile, scrivendo “ad un centimetro dalla gloria”), l’allenatore risponde: «Credo sia masochismo ricordarsi un palo preso. Non deve essere piacevole».

«Non ho rivincite - prosegue - è da quaranta anni che sono nel calcio. Sono convinto che a Roma ho fatto bene, magari altri non sono d’accordo, ma siamo arrivati in finale di Coppa Italia, abbiamo battuto tante squadre importanti, si diceva che la Roma in quel periodo faceva il miglior calcio in Italia ed ho valorizzato tre giocatori che hanno portato 90milioni nelle casse della società». Il tecnico boemo non ha mai avuto peli sulla lingua ed ha le idee chiare anche sul momento che sta vivendo il calcio italiano. «Si cambia sempre poco, ora si parla di cambiare tutto, perché il Mondiale è andato male. Se l’Italia vinceva una partita, non se ne parlava. Ora bisogna cercare le motivazioni, perchè il calcio italiano non è più dov’era prima. Siamo rimasti indietro, pensiamo sempre di essere bravi, senza fare niente, mentre altri Paesi fanno qualcosa per il calcio, qua si fa poco. Serve qualcuno che ami il calcio e non i soldi e che vuole cambiare qualcosa, visto che i risultati non sono soddisfacenti».

Nella foto: l’allenatore del Cagliari Zdenek Zeman



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