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Alguer.itnotiziesardegnaOpinioniPoliticaIl Patto d´instabilità tra Governo e Regioni
Pietro Fois 18 luglio 2014
L'opinione di Pietro Fois
Il Patto d´instabilità tra Governo e Regioni
<i>Il Patto d´instabilità tra Governo e Regioni</i>

Patto di stabilità. Si chiama così non a caso. Dovrebbe infatti definire un “accordo”, “pattuire” la capacità di spesa, sottoscrivere quindi un vero e proprio “patto” tra governo e amministrazione regionale. L’obiettivo è il controllo dell’indebitamento netto delle Regioni e degli Enti Locali. Bene, i parametri sono quelli sottoscritti con l’Europa? Li rispettiamo. Ma il governo fa altrettanto con noi, li rispetta? Fino ad oggi abbiamo subito un patto che invece di garantire “stabilità”, non ha fatto altro che creare “instabilità”, disorientamento e incertezze nei Bilanci della Regione e degli Enti Locali.

La definizione della spesa avviene durante della predisposizione della nuova manovra finanziaria dove si decidono margini e misure correttive. In quel momento si capisce se il governo è con noi o contro, e ne comprende difficoltà e ritardi. Fino ad oggi abbiamo assistito invece alla sottoscrizione di patti condivisi ma nella sostanza subiti e unilaterali. Quando sono stati decisi certo accordi con l’Unione Europea, l’Italia era alla bancarotta (come purtroppo lo è ancora) e secondo i governi centrali l’unica possibilità di uscita non poteva che essere quella di spalmare il debito pubblico su Regioni e comuni. La stretta deve riguardare tutti, benissimo.

Ma tutti chi? Anche le Regioni che hanno dalla loro parte sentenze della Corte costituzionale, Corte dei conti, risoluzioni votate all'unanimità in Consiglio Regionale, in Commissione, che confermano inequivocabilmente che il patto va adeguato al regime delle nuove entrate. Fino ad oggi carta straccia. Il Governo Renzi continui pure a mettere la testa sotto la sabbia come hanno fatto i suoi predecessori Berlusconi, Monti e Letta, altro che Europa delle Regioni, questa è l’Europa delle bugie e del più forte.

In più di un’occasione quando presiedevo la commissione Bilancio del Consiglio Regionale, vedi gli atti, segnalai la totale inadeguatezza di tutti i Governi nell’interpretare le nostre condizioni socio economiche legandole ai vincoli che di volta in volta ci venivano imposti. Con Renzi nessuna buona novità. Vedremo se dal 2015 col pareggio di Bilancio sarà bastato cambiare la dicitura da patto a pareggio di bilancio per risollevare una Regione come la nostra, che se non si vedrà riconosciuto il miliardo e duecento milioni, avrà ricadute devastanti nei Bilanci.

Non voglio fare il difensore d’ufficio delle Giunte Soru, Cappellacci e Pigliaru, non ne hanno bisogno, ma loro non hanno responsabilità, la colpa è dei governi centrali che hanno chiuso accordi con la nostra Regione che sono rimasti regolarmente disattesi. Un buon Governo è quello che riconosce margini di spesa proporzionati alle esigenze socio economiche, assumendosi responsabilità coraggiose e garantendo equità per arginare un continuo ed inesorabile divario tra Regioni. Evidentemente anche il Governo Renzi è interessato principalmente al rapporto con l’Europa e non allo sviluppo e alla crescita delle regioni che costituisco il proprio Paese. Se li tenga ben stretti i rapporti internazionali che fino ad oggi hanno prodotto ben poco, incapaci di riconoscere le risorse che ci sono dovute e negandoci nuove e nostre opportunità che ci permetterebbero una via d’uscita da questa crisi.

*Ex presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale
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