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A.B. 20 agosto 2014
Commedia in limba a Monserrato
Giovedì sera, la Casa della Cultura ospiterà Predi Antiogu e sa Perpetua, commedia in limba, liberamente tratta dall’Ottrocentesca Sa scomuniga de Predi Antiogu, portato in scena dal Teatro del Segno e dal Teatro Impossibile
Commedia in limba a Monserrato

MONSERRATO - Ironia in scena con “Predi Antiogu e sa Perpetua”, di e con Elio Turno Arthemalle e Rossella Faa, scoppiettante “commedia dialettale” liberamente tratta da “Sa scomuniga de Predi Antiogu, arrettori de Masuddas”, di un anonimo autore dell'Ottocento, in cartellone giovedì 21 agosto, alle ore 21, nella “Casa della Cultura” di Monserrato, in Via Giulio Cesare 37, per “R-Estate Insieme a Monserrato 2014”. La pièce originale, ispirata al poema satirico (una sorta di predica, nella quale il parroco di Masullas si scaglia dal pulpito contro i malfattori che gli hanno rubato il bestiame, e lancia su di loro la scomunica, per poi condannare apertamente vizi e peccati della comunità dei fedeli) dipinge un vivace e divertente affresco della società sarda dell'epoca, quasi un bozzetto di vita paesana.

I due protagonisti, Predi Antiogu e la Perpetua, sono figure emblematiche di una civiltà rurale, “fotografate” nel momento cruciale in cui l'autorità ed il potere della Chiesa vengono parzialmente messi in ombra dalla progressiva laicizzazione del regno sardo-piemontese; in particolare la legge che stabiliva l'importo delle decime nell'Isola costrinse molti parroci di campagna ad affiancare alla cura delle anime attività più concrete, come l'allevamento di pecore e capre, per poter sopravvivere. Sa scomuniga de Predi Antiogu, arrettori de Masuddas, sorta di monologo in versi in cui il sardo si intreccia al latino delle formule di scomunica (pubblicata a Cagliari nel 1879, ma scritta probabilmente intorno alla metà del secolo, subito dopo la legge del 1851 che riduceva l'entità dei tributi dovuti alla Chiesa in Sardegna, quando la questione era ben presente nella coscienza popolare), racconta una situazione capovolta, in cui a subire una grave decurtazione del reddito è lo stesso sacerdote, un tempo beneficiario di ben più sostanziose decime.

Quest'opera di cui Antonio Gramsci sottolineava l'“umorismo fresco e paesano”, apprezzata anche dal linguista Max Leopold Wagner, che ne curò un'edizione con trascrizione fonetica nel 1942 favorendone la diffusione tra gli studiosi, e la definì “un monumento psicologico, oltre che linguistico”, approda ora in teatro, in forma di commedia, nella mise en scène firmata “Teatro del Segno” e “Teatro Impossibile”, che si affida alla vis comica di artisti come il poliedrico attore, drammaturgo e regista Elio Turno Arthemalle e la cantante e compositrice, performer, cantastorie ed attrice Rossella Faa.



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