Pierpaola Pisanu
15 aprile 2006
Grande folla, suggestiva celebrazione del "Desclavament"
Ogni gesto è stato ripetuto con una solenne sacralità allo scandire delle parole proclamate ieri in via del tutto eccezionale, in lingua algherese, da don Antonio Nughes

ALGHERO - La Setmana Santa ieri ha vissuto il momento di maggior carico suggestivo. In cattedrale si è ripetuta la celebrazione del desclavament. La scena, densa di una solenne teatralità, è controllata dalla voce del predicatore che dal pulpito lancia ordini secchi e perentori ai quattro baroni, vestiti in abiti siriaci. Sono loro che hanno il dovere di liberare dai chiodi le mani e i piedi del Cristo, senza mai toccarlo. Utilizzando le bende di lino bianco e i tradizionali arnesi, le pinze e le tenaglie che saranno poi portati in processione. Ogni gesto è stato ripetuto con una solenne sacralità allo scandire delle parole proclamate ieri in via del tutto eccezionale, in lingua algherese, da don Antonio Nughes. Tra le navate di Santa Maria e all’esterno una grande folla ha assistito al paziente lavoro dei baroni che seguendo l’antico rituale di matrice catalana risalente al XVIesimo secolo hanno fatto discendere Gesù dalla croce per poi adagiarlo nella baroccheggiante cassa lignea decorata con intarsi aurei, il bressol, che nella tradizione popolare algherese identifica una culla. Poi ha preso corpo la processione più solenne dell’intero complesso dei riti che precedono la Pasqua. Il corteo funebre con il feretro del Cristo morto ha attraversato una città vestita a lutto, illuminata solo dalla debole luce dei farols, le fiaccole portate a mano dalle signore con il capo coperto da un fazzoletto nero. Migliaia i devoti che hanno seguito la processione fino al cuore della notte. Non sono mancati all’appuntamento del venerdì santo le congreghe spagnole, che ogni anno arrivano dalla Catalogna per prendere parte ai riti della settimana di santa di Alghero. Quest’anno vista l’eccezionalità dei 400 anni dall’arrivo considerato prodigioso del Santcristus, hanno sfilato anche le Hermandades della Junta Mayor de Confrarias de Alicante, al fianco dei Germans Blancs, i confratelli e le consorelle dell’Arciconfraternita della Misericordia, depositari degli antichi rituali di origine spagnola, rimasti immutati nei secoli grazie a loro. Segue in corteo la culla con il corpo di Nostro Signore, una folla in preghiera. In corteo vengono portati i simboli della passione e la croce, chiude la processione la Vergine Addolorata. Dislocati in vari angoli della città si sono esibiti cori provenienti da diverse parti dell’isola. Questa sera alle 21.00 in cattedrale la veglia di Pasqua inizierà con la benedizione del fuoco. Domani mattina nel centro storico la processione dell’incontro di Gesù risorto con la Madonna chiuderà i riti della settimana santa con un sottofondo di campane che suoneranno a festa e tra gli spari dei cacciatori.
Nella foto la celebrazione del "Desclavament"
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