Monica Caggiari
24 aprile 2006
Serrampiona Manna, l´algherese condannata per stregoneria
La persecuzione di stregoni e streghe è documentata in Sardegna a partire dal 1493, anno in cui l’inquisitore catalano Sancho Marin arrivò sulle sponde sarde per portare avanti l’opera di epurazione dal maligno

ALGHERO - L’associazione Tholos, in collaborazione con il Comune di Alghero ha proposto sabato scorso, nella Sala Convegni di San Francesco, un interessante convegno incentrato su «Inquisizione Magia e Stregoneria in Sardegna e ad Alghero». A curare l’excursus nel mondo dell’occulto e della magia è stato lo storico Salvatore Loi, impegnato da anni in ricerche nell’ambito storico-teologico. Il racconto si è concentrato sull’Inquisizione spagnola, dato che la Sardegna subì più che altro le influenze dei vicini iberici. La persecuzione di stregoni e streghe è documentata in Sardegna a partire dal 1493, anno in cui l’inquisitore catalano Sancho Marin arrivò sulle sponde sarde per portare avanti l’opera di epurazione dal maligno. A fare le spese di dicerie e accuse, spesso infondate, furono anche nella nostra isola soprattutto le donne, per la maggior parte raccoglitrici d’erbe e levatrici, che venivano accusate di aver stretto un patto col diavolo, spesso per motivi legati alla sfera affettiva e sessuale. Interessante, infatti, l’analisi di Salvatore Loi, che ha mostrato una notevole sensibilità nel descrivere la difficile situazione delle donne del 1400, spesso costrette a subire violenze dai mariti, ma allo stesso tempo terrorizzate all’idea di essere abbandonate da questi. Il caso emblematico descritto dal docente è quello di Serrampiona Manna, donna algherese condannata per stregoneria alla confisca di tutti i beni, che secondo gli inquisitori aveva stretto un patto col demonio per non essere uccisa o abbandonata dal marito. Della donna sono stati letti da Pier Luigi Alvau, accompagnato dal violoncello di Giovanni Maccioccu, i verbali del processo. Molte sono state anche le diapositive, che Salvatore Loi ha utilizzato per spiegare la stregoneria nei secoli. Curiosa è stata poi la valutazione delle accuse mosse nei confronti degli uomini, ai quali s’imputava non un gesto di sottomissione, ma una ricerca di parità col diavolo. Con quest’ultimo si chiedeva, infatti, di diventare compari, per averne gli stessi benefici. Anche nelle arti malefiche la donna continuava ad essere discriminata.
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