PPP
26 giugno 2006
Shopping di domenica in Riviera: scoppia la rivolta dei sindacati
Le segreterie sindacali contestano la mancanza di concertazione prima di emanare l´ordinanza. «Non è vero», ribatte l´assessore al Commercio Picinelli

ALGHERO - Tagliate fuori dai tavoli della concertazione le organizzazioni sindacali minacciano battaglia all’ordinanza che lascia libere le attività commerciali di Alghero, di lavorare la domenica, e fino a mezzanotte. Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil del settore commercio smentiscono di aver concordato il provvedimento con l’amministrazione algherese: «Non siamo stati invitati ad alcun incontro», ha tuonato Gian Piero Manai segretario generale Tucs Uil. «Non c’è stata concertazione prima di decidere di autorizzare l’apertura oltre le otto domeniche lavorative previste per legge e dopo le ore 22,00». Restano disponibili al dialogo i sindacati, consapevoli dell’esigenza della Riviera del Corallo di offrire la possibilità ai suoi numerosi ospiti di fare acquisti anche la domenica. Ma annunciano: «Oggi sottoporremo la delibera ai nostri uffici legali per verificarne la legittimità». Secondo le segreterie provinciali infatti non è stato rispettato il principio della concertazione prima di deliberare la deroga alla legge regionale che prevede nell’arco dell’anno otto domeniche lavorative più quelle del mese di dicembre e che impone la chiusura obbligatoria nella festività del 1° Gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 Aprile, 1° Maggio, Ferragosto, Natale e Santo Stefano. Smentisce l’accusa di Cgil, Cisl e Uil, Ninni Picinelli: «Abbiamo invitato associazioni di categoria e sindacati all’incontro che si è svolto il 13 giugno negli uffici dell’assessorato – ha replicato il delegato al Commercio – è stata inviata alle segreterie locali una lettera raccomandata ma soltanto Confcommercio e Confesercenti hanno risposto all’invito e si sono confrontate con l’amministrazione comunale prima che venisse emessa l’ordinanza», ha precisato Picinelli piuttosto stupito per la presa di posizione delle organizzazioni sindacali. Il dubbio espresso dallo stesso assessore è che non ci sia stato dialogo tra i responsabili locali e quelli provinciali.
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