M. P.
14 aprile 2015
Porto Torres: oltre 500 firme per processo Eni
Dopo due settimane sono state raccolte oltre 500 firme a sostegno della partecipazione del Comitato "Tuteliamo il Golfo dell´Asinara" come parte civile nel processo per l’inquinamento della darsena servizi

PORTO TORRES - In concomitanza con l’udienza preliminare del processo per il disastro ambientale della darsena servizi e a pochi giorni dall’ennesima ordinanza sindacale che proroga l’interdizione all’accesso in quell’area ormai da quasi cinque anni anni, si conclude la prima fase della raccolta firme del comitato avviata il 26 marzo scorso, da parte del Comitato “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara”. Dopo due settimane sono state raccolte oltre 500 firme a sostegno delle iniziative del comitato ed in particolare per la sua partecipazione come parte civile nel processo per l’inquinamento della darsena servizi, che vede come imputato due controllate Eni: Syndial ed ex-Polimeri con l’imputazione di deturpamento delle bellezze naturali e disastro ambientale.
«Siamo molto soddisfatti per questo risultato ottenuto in così poco tempo e ringraziamo tutti coloro che hanno deciso di diventare “simpatizzanti” del comitato condividendone le iniziative. In particolare desideriamo ringraziare, per l’impegno e la sensibilità dimostrata, i ragazzi del Csoa Pangea, del Beat 61, del Punto Servizi Internet ed i rappresentanti dell’Istituto Nautico, dell’Ipia e del Liceo Scientifico, senza i quali questo risultato non sarebbe stato possibile», ha dichiarato il Presidente del comitato, Giuseppe Alesso che aggiunge «c’è stato segnalato anche qualche piccolo episodio di intolleranza verso l’iniziativa, pertanto teniamo a ricordare che chi non condivide l'attività del comitato è libero di non diventarne simpatizzante, ma non è libero di mancare di rispetto a chi, dopo 50 anni di inquinamento libero, si impegna gratuitamente da anni per cercare di far rispettare almeno il diritto dei cittadini a vivere in un territorio meno inquinato e più salubre».
Il processo Eni ha l’obiettivo di verificare le responsabilità e condannare eventuali colpevoli del disastro ambientale nella darsena servizi. «Per troppo tempo la difesa dell’ambiente a quella dei posti lavoro e vice versa è stata contrapposta strumentalmente da pochi personaggi, che ne hanno tratto beneficio politico. Oggi purtroppo possiamo verificare che decenni di inquinamento senza controllo, oltre ad avere causato gravissime ripercussioni sulla salute dei lavoratori e degli abitanti del nostro territorio, non solo non hanno salvaguardato un solo posto di lavoro, ma rappresentano un forte deterrente per poter crearne di nuovi», ha affermato Alesso.
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