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M. P. 20 aprile 2015
E.On: appalti e tangenti dietro l´inquinamento
La Procura di Sassari contesta, oltre al disastro ambientale, un’ inquietante giro di appalti irregolari e tangenti a professionisti, imprenditori e dipendenti pubblici
E.On: appalti e tangenti dietro l´inquinamento

PORTO TORRES - Non c’è solo l’inquinamento ambientale nell’inchiesta condotta dal Nucleo Polizia Tributaria di Sassari che ha portato all’arresto dei dirigenti che ricoprono incarichi apicali all’interno della società E.On Produzione S.p.a. Le intercettazioni telefoniche della Guardia di Finanza hanno rivelato altre “sorprese”: la Procura di Sassari contesta, oltre al disastro ambientale, un’ inquietante giro di appalti irregolari e tangenti a professionisti, imprenditori e dipendenti pubblici, tutti in attesa dell’avvio delle grandi bonifiche, pronti a spartirsi la torta.

Alcuni con la tangente già in tasca per aggiudicarsi la gara d’appalto indetta dalla multinazionale tedesca. La Guardia di finanza a tal proposito ipotizza l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Dalle intercettazioni emerge un quadro allarmante: sotto l’impianto di Fiumesanto ci sarebbe un crogiolo di idrocarburi pesanti, arsenico, cadmio, un fiume di olio, della profondità di un metro, cenere e polveri di carbone. L’ordinanza di custodia cautelare rivela che i vertici E.On sono sotto accusa per aver omesso di segnalare alla magistratura che i gruppi 1 e 2 della centrale stavano provocando un gravissimo danno ambientale, ancora da quantificare, in aree di interesse pubblico. Un serbatoio da 50 mila litri si sarebbe staccato dal fondo provocando perdite continue, che sarebbero state nascoste per non arrecare un danno all'azienda.

I vertici sono stati decapitati per «l'assoluta indifferenza per un bene primario come quello della salubrità dell'ambiente e quindi della salute», si legge nell'ordinanza. Difficile descrivere lo scenario devastante negato dalla difesa rappresentata dall'avvocato Giuseppe Conti. Secondo l’Istituto superiore della sanità, nell’area industriale tra Porto Torres e Sassari si registra un'incidenza di tumori ben superiore al dato di Taranto, città avvelenata dall'Ilva.



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