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PPP 4 settembre 2006
La raccolta differenziata si fa in mare
E´ partito ieri nell´Area Marina Protetta di Capo Caccia il progetto finanziato dal Ministero dell´Ambiente: due operatori Slia si occuperanno della distribuzione di appositi sacchetti tra le barche e del successivo ritiro
La raccolta differenziata si fa in mare

ALGHERO - Dopo la raccolta differenziata porta a porta, via alla caccia al rifiuto barca a barca. La campagna Rifiuti Solidi Urbani Blu, è partita ieri nell’Area Marina Protetta, per coprire l’ultima tranche della stagione estiva. La Slia, società che gestisce attualmente in regime di proroga l’appalto per l’igiene ambientale della città, a fronte di un progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente, si occuperà di spazzare le acque della riserva di Capo Caccia. Due operai a bordo di un apposito mezzo, nelle ore centrali della giornata, accosteranno i diportisti in mezzo al mare per distribuire loro dei particolari sacchetti per suddividere i vari rifiuti: carta, plastica, lattine, vetro, umido e indifferenziato. I netturbini del mare provvederanno a ritirare le buste, in modo da evitare che finiscano nella fascia costiera protetta, i resti delle gite domenicali come sovente accade. Ma il loro compito assume un altro importante significato: l’approccio con gli equipaggi di turisti per informarli dell’avvio del nuovo servizio di raccolta differenziata barca a barca, produrrà un effetto educativo e di sensibilizzazione sul rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. Almeno questo è il risultato auspicato dal direttore dell’Area Marina Protetta Gianfranco Russino: «Al di là dell’aspetto che riguarda la raccolta dei rifiuti solidi urbani, il progetto deve puntare a creare una classe di diportisti, attenti e responsabili alle tematiche ambientali – ha detto il direttore dell’AMP – il risultato immediato non è tanto raggiungere un determinato quantitativo di rifiuti differenziati raccolti, quanto creare le condizioni perché i frequentatori della riserva marina, ma in generale della fascia costiera, non utilizzino il mare come fosse una discarica». Capita spesso infatti di vedere galleggiare piatti di plastica, resti di pasti, bottiglie e lattine nelle giornate in cui i sentieri d’acqua sono più affollati di natanti. Si tratta di spazzatura che genera un danno ambientale notevole considerando che possono trascorrere secoli prima il mare riesca a smaltire un tale carico: i tempi medi di degrado variano dai tre mesi per un fazzolettino di carta ai cinque anni per un mozzicone di sigaretta fino ad arrivare ai mille anni per una bottiglia di vetro. La campagna Rsu Blu, finanziata con trentacinquemila euro di fondi arrivati dal Ministero dell’Ambiente andrà avanti fino al mese di novembre per poi riprendere con l’inizio della prossima stagione turistica.

nella foto l´AMP di Capo Caccia



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