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S.I. 8 agosto 2015
«Tagli dallo stato: capovolgere rapporti con Roma»
«Le risorse che ci spettano anno per anno sono scritte in una legge di rango costituzionale, siamo noi a trovarci in una posizione di forza ed è il Governo di turno che dovrebbe semmai presentarsi al nostro cospetto con il cappello in mano quando ha bisogno di soldi, non certo imporci tagli»
«Tagli dallo stato: capovolgere rapporti con Roma»

CAGLIARI - «Sono a dir poco sorprendenti le dichiarazioni dell’assessore Paci che, sulla stampa, punta il dito contro il Governo cattivo (e non più amico? ci siamo persi qualcosa?) per i continui tagli ai trasferimenti alla Sardegna, i cui effetti sono resi ancora più gravi dall’introduzione del pareggio di bilancio al posto dell’odiato patto di stabilità», dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici, Attilio Dedoni, commentando le notizie sul taglio di 64 milioni di euro sui trasferimenti statali che la Sardegna dovrà subire per contribuire alla riduzione della spesa sanitaria nazionale. «Sono sorprendenti perché tutti quanti ricordano benissimo l’entusiasmo con cui l’Assessore aveva salutato l’accordo siglato lo scorso anno con il ministro Padoan che, a suo dire, avrebbe permesso di risolvere i problemi di bilancio della Regione, rendendo immediatamente spendibili tutti i soldi presenti in cassa».

«Il passaggio dal patto di stabilità al pareggio di bilancio avrebbe dovuto ‘liberare’ il bilancio della Regione, ingessato dai vincoli. Invece, oggi si scopre che la nostra capacità di spesa è più che mai dipendente da ciò che si decide a Roma e che, di fatto, la nostra è la meno autonoma tra le venti regioni italiane”, prosegue Dedoni. “La timidissima chiamata alle armi di Paci, peraltro seminascosta in mezzo alle consuete autogiustificazioni, lascia il tempo che trova. La verità è che è necessario capovolgere i termini del rapporto con lo Stato. Le quote di compartecipazione alle entrate erariali riscosse nell’Isola sono scritte nel nostro Statuto, sta a noi farle valere: non si può lasciare che sia la Ragioneria dello Stato a decidere quanti soldi è disposta a concederci, dobbiamo essere noi a quantificare unilateralmente le entrate che ci spettano, arretrati compresi, e a mettere in mora lo Stato. Non si è mai visto un creditore così remissivo nei confronti del suo debitore, al punto di dover contrattare con lui l’entità del debito. Questo problema non si risolverà neanche con l’istituzione dell’Agenzia sarda delle Entrate pensata dalla Giunta, perché non avrà poteri propri ma agirà su delega degli organi dello Stato, di cui sarà solo il braccio operativo sul territorio».

«Le risorse che ci spettano anno per anno sono scritte in una legge di rango costituzionale, siamo noi a trovarci in una posizione di forza ed è il Governo di turno che dovrebbe semmai presentarsi al nostro cospetto con il cappello in mano quando ha bisogno di soldi, non certo imporci tagli», conclude il capogruppo. «Altro che ridurre il trasporto pubblico locale, già azzerato con la ‘scusa’ dello spostamento del traffico dal gommato verso il ferrato, con le tratte Arst soppresse senza che però siano stati potenziati i collegamenti ferroviari: così penalizziamo ulteriormente il nostro diritto alla mobilità interna ed esterna e la capacità di attrarre flussi turistici, e diventiamo ogni giorno più poveri».
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