Giovedì l'atteso incontro ad Alghero con l0'assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana. Intanto si delinea sempre più la strada percorrere: ritornare ai "vecchi" contributi co-marketing alla Sogeaal e rivalutare la possibilità di sospendere la privatizzazione
ALGHERO - Le cose, anche le più complicate, alla fine possono diventare semplici. O, se volete, si può sempre trovare il bandolo della matassa, anche se questa si chiama Ryanair. Così da giorni tra imprenditori, politici, amministratori e operatori turistici della Sardegna il tema caldo è il disimpegno della prima compagnia low cost europea dagli scali di Alghero e Cagliari. Meno 14 tratte dal Riviera del Corallo, meno 8 da Elmas [
LEGGI]. Un disastro turistico all'orizzonte hanno detto in tanti con cifre alla mano, e tutti d'accordo sul fatto che riguardi l'isola intera: da nord a sud.
Il problema è noto: non incorrere nei temuti aiuti di stato puniti dall'Unione Europea per finanziare il vettore irlandese. Allo studio soluzioni, piani e scelte che tardano comunque ad arrivare dalla Regione. L'assessore dei Trasporti Massimo Deiana fa sapere di voler attendere il pronunciamento della Commissione Europea sulla legge 10, il sindaco di Alghero risponde che «ci sono in ballo interessi generali e non si sta giocando a poker».
Per il primo cittadino algherese e l'ex presidente della Regione Mauro Pili la strada da percorrere è lineare: i contributi co-marketing precedenti alla legge 10, attraverso il metodo dell'operatore economia di mercato (Meo): la Regione agisce come privato dimostrando gli utili generati nell'operazione. Per questo - propone Pili - serve una società unica aeroportuale pubblica riappropriandosi del capitale azionario. Capitale che al Riviera del corallo è sempre in mano all'assessorato regionale dei Trasporti che lo ha messo in vendita nei mesi scorsi. Procedura che ora potrebbe essere messa in discussione alla luce dell'emergenza Ryanair [
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