S.A.
4 dicembre 2015
Riforma sanità, primo via libera Case salute e meno ricoveri
L´idea di base è quella di far diminuire gli accessi inappropriati ai Pronto Soccorso, oggi a quota 14 mila, per indirizzare il paziente cronico non più verso gli ospedali ma verso le Case della salute

CAGLIARI - Il sistema regionale delle cure territoriali, secondo importante tassello della riorganizzazione della sanità in Sardegna, è stato approvato dalla Giunta regionale in via preliminare. Il documento è aperto alla discussione e al confronto per venti giorni dalla pubblicazione. La sanità sarda, quindi, cambia anche sul territorio, secondo un modello multidisciplinare e interprofessionale dell’assistenza, complementare al sistema ospedaliero e basato sul coinvolgimento delle comunità.
L'idea di base è quella di far diminuire gli accessi inappropriati ai Pronto Soccorso, oggi a quota 14 mila, per indirizzare il paziente cronico (quello che nella maggior parte delle volte si rivolge al servizio di emergenza urgenza con codici bianchi e verdi) non più verso gli ospedali ma verso le Case della salute o gli ospedali di comunità, dedicati ai post acuti e lungo-degenti per un massimo di 21 giorni. Dovrà quindi essere implementata la presa in carico del paziente nei servizi di prossimità (medico di famiglia-pediatra di libera scelta, team multidisciplinare all'interno delle case della salute) e la gestione elettronica del fascicolo sanitario e della ricetta elettronica.
L'effetto prodotto dovrebbe portare il paziente cronico a non dover più rivolgersi al medico di famiglia per ricette e esami, ma sarebbe seguito dal team di medici e specialisti anche nella prenotazione automatica delle visite e analisi specialistiche. Il lavoro sarà organizzato in team e ognuno di questi potrà gestire i propri pazienti in maniera integrata. Sarà possibile prevedere un budget sanitario e uno sociale, garantendo la concreta integrazione sociosanitaria in riferimento a progetti personalizzati di cura. Il modello di cura che verrà attuato è quello sperimentato a livello nazionale e internazionale: il modello di approccio alla cronicità basato sulla medicina d’iniziativa in alternativa alla medicina d’attesa.
«Partendo dall’analisi che ha portato alla riforma della rete ospedaliera – spiega l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru – la rete territoriale vuole dare risposta ai alla pazienti cronici, quelli che ora, troppo spesso, vengono inappropriatamente ricoverati. Il nostro principale obiettivo strategico è mantenere le persone in condizione di benessere quanto più possibile, senza sprechi, con efficienza e con percorsi di cura e assistenza il più vicino possibile a dove le persone vivono e in maniera coordinata, non frammentaria».
Case salute. Attualmente le Case della salute attive sono quattro: Laconi, Villacidro, Lunamatrona e Pula. Ne sono previste altre sette di futura realizzazione: Quartu Sant'Elena, Burcei, Monserrato, Bitti, Gavoi, Desulo e Nuoro (con la rimodulazione di circa 7,7 milioni di euro), mentre sono in fase di realizzazione avanzata altre 12: Sorso, Lanusei, Tortolì, Bosa, Arbus, Carloforte, Sant'Antioco, Giba, Fluminimaggiore, San Nicolò Gerrei, Mandas, Senorbì. A queste si aggiungono 190 postazioni di continuità assistenziale con 802 medici, mentre i medici di medicina generale sono 1.262.
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