A.B.
19 dicembre 2015
Carbonia: tutto pronto per la Marcia della Pace
Fervono i preparati vper la 29esima edizione della manifestazione in programma mercoledì 30 dicembre, che vedrà come ospite d´onore l´arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano

CARBONIA - Sarà monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano, già vescovo di Locri, l’ospite testimone che parteciperà, quest’anno, alla 29esima Marcia della Pace, in programma a Carbonia mercoledì 30 dicembre. Lo ha annunciato il direttore della Caritas di Ales-Terralba don Angelo Pittau, ideatore e promotore della Marcia della Pace fin dalle sue origini, nel corso della conferenza stampa nella sede della Caritas di Cagliari.
Presente anche il direttore della delegazione regionale della Caritas don Marco Lai, l’incontro è servito a presentare i dettagli di una Marcia che, «fin degli Anni Ottanta (la prima si svolse a Sardara nel 1987 e il testimone fu monsignor Antonio Riboldi vescovo di Acerra), ha assunto la caratteristica di mettere assieme realtà diverse che magari facevano, e forse ancora oggi, fanno fatica a dialogare fra loro. «Se rafforziamo questo nostro stare insieme – ha precisato don Angelo - costruiremo cultura, lavoro, cittadinanza e pace». Sono una quarantina le organizzazioni sociali, di categoria, sindacali, istituzionali e di volontariato che hanno aderito alla Marcia e fanno parte del Comitato organizzativo. Fra questi, vale citare il patrocinio della Giunta e del Consiglio Regionale, l’intensa collaborazione attiva del Comune di Carbonia, e nei giorni scorsi, è pervenuta anche l’adesione della pastora della Chiesa Evangelica Battista di Cagliari Cristina Arcidiacono e quella di Carbonia e Sulcis Elizabeth Green.
Lo slogan della marcia ricalca il tema del messaggio di Papa Francesco, per la 49esima Giornata mondiale della Pace Vinci l’indifferenza e conquista la Pace, di venerdì 1 gennaio 2016, messaggio reso pubblico nei giorni scorsi ed inviato a tutti i potenti della terra in cui l’incipit è quello che il Santo Padre chiama «Globalizzazione dell’indifferenza», un atteggiamento pericoloso e che mette a rischio la pace nel mondo in particolare per quella che viene definita una terza guerra mondiale a pezzettini, capace di accentuare la forbice fra nazioni ricche e nazioni povere e dove la ricerca sfrenata del benessere non fa altro che consumare il territorio; quello che il cristiano definisce il creato. La scelta di fare la Marcia a Carbonia non è casuale, come non è casuale l’itinerario che dalla Grande Miniera di Serbariu raggiungerà Piazza Roma percorrendo Via Antonio Gramsci, politico intellettuale sardo che nei suoi scritti politici e sociali ha spiegato bene il significato di indifferenza. La città mineraria prima significava lavoro e benessere per tantissima gente, oggi, invece, è l’emblema del non lavoro, della disoccupazione, della devastazione del territorio, della povertà. E la Marcia, che partirà alle ore 15 da Serbariu vuole essere la speranza per questo territorio, ma speranza anche per tutta la Sardegna e per le zone interne che vivono un disagio sociale che non consente di trovare la pace.
La Marcia si rivolge in modo particolare ai giovani e per loro, già dalla mattina del 30, sono previsti tre workshop di confronto, ciascuno dei quali svilupperà uno dei temi fra lavoro, povertà ed ambiente, che sono gli argomenti scelti dal comitato promotore per coscientizzare le persone alla necessità di avere la Pace. «La novità di quest’anno – ha spiegato poi don Marco - è che la Marcia assurge a livello regionale». Infatti, dopo ventinove anni di impegno da parte della Caritas di Ales-Terralba, i promotori hanno considerato che era necessario fare un salto di qualità e coinvolgere tutta la parte sana della società sarda per ridare speranza ad una regione che più delle altre soffre il disagio della mancanza di lavoro, della crisi che ha colpito i nostri territori e che vanta il triste primato della regione più povera d’Italia. E questa speranza ha come testimone monsignor Bregantini, unico prete-operaio d’Italia a diventare vescovo. Quando guidava la chiesa di Locri, comminò la scomunica verso gli uomini della ‘ndrangheta e da questi subì la minaccia di morte, perché aveva incentivato e promosso, attraverso il Progetto Policoro voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana a sostegno dell’occupazione nel sud Italia, numerose cooperative di lavoro per giovani, togliendo manovalanza alla criminalità organizzata. E sarà proprio lui a chiudere, con il suo intervento in Piazza Roma a Carbonia, la 29esima Marcia della Pace.
Nella foto: monsignor Giancarlo Maria Bregantini
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