A.B.
14 aprile 2016
La Costa Smeralda piange Alfonso Iantosca
Il leggendario cuoco e pizzaiolo del Pomodoro e del Romazzino è scomparso al´età di 82 anni. Ha lavorato per oltre trent´anni in Costa ed era il pizzaiolo di riferimento dell´Aga Khan e di tanti altri. E´ stato, per svariati decenni, una delle figure più note di Porto Cervo

PORTO CERVO - La Costa Smeralda piange una delle sue colonne. É morto il mese scorso, all’età di 82 anni, Alfonso Iantosca, storico cuoco e pizzaiolo del Romazzino e del Pomodoro. Fofò, come in Costa Smeralda lo chiamavano tutti, era arrivato a Porto Cervo nel 1963, agli albori di quella che negli anni successivi diventerà una delle località turistiche più famose al mondo. Negli anni d’oro della Costa Smeralda, Fofò era diventato il pizzaiolo preferito del principe Karim Aga Khan, la fama delle sue pizze arrivò a precederlo conquistando i palati di sovrani, industriali, attori e sportivi di tutto il mondo.
I sovrani di Giordania, dopo essere rimasti folgorati dalla pizza di Alfonso, avevano fatto recapitare una lettera col timbro reale nella quale chiedevano al pizzaiolo i segreti della sua mitica ricetta. Anche il re Gustavo di Svezia impazziva per le sue focacce al rosmarino. Monica Vitti andava matta per la pizza ai capperi ed Ugo Tognazzi per le triglie al sugo. Ma il nome di Iantosca cominciò da subito a circolare tra le ville dei vip ed i clienti degli alberghi di Porto Cervo: lo volevano tutti. Restano nella memoria le sue grigliate a Mortorio, con un barbecue improvvisato sulla spiaggia, che richiamava personaggi famosi e gente comune. Alfonso Iantosca era originario di Avellino ed all’inizio degli Anni Sessanta faceva parte dell’Arma dei Carabinieri. Mandato in Sardegna, scelse di rimanervi, ma in altre vesti: venne assunto dall’Aga Khan ed iniziò a sfornare pizze per i palati più esigenti del mondo. Una scelta di vita davvero sorprendente, ma molto azzeccata.
“Ha amato la Sardegna e la Costa Smeralda per tutta la vita – racconta sua figlia Claudia – al punto che sua madre, in quegli anni, si impegnò per far emigrare negli Stati Uniti sia lui che i suoi due fratelli, miei zii. Mia nonna riuscì nell’intento, ma solo in parte: i miei due zii partirono e si stabilirono in America e vivono tuttora li. Mio padre invece rimase in Sardegna. Si rifiutò di partire, e non sbagliò la scelta: ha vissuto una vita piena, entusiasmante, soddisfacente, e soprattutto è diventato un punto di riferimento per la cucina in Costa Smeralda”. Infatti, le sue pizze hanno contribuito a creare una istituzione come il Pomodoro di Porto Cervo, tuttora avvolto da un’aura leggendaria. Dopo una lunga ed impegnativa carriera (arrivava a cucinare anche 400 pizze al giorno, una sorta di macchina), Iantosca si è ritirato nel 1995, dopo oltre trent’anni passati tra i tavoli del Romazzino e del Pomodoro. A marzo, è scomparso. Un altro dei protagonisti dell’epopea della Costa Smeralda se ne è andato dopo aver contribuito, con il suo lavoro, a costruire parte del mito.
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