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S.A. 10:44
Bancali: detenuto accoltellato in una rissa
La nuova denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del delegato nazionale per la Sardegna Antonio Cannas: con forza questa ennesima aggressione che dimostra, ancora una volta, come le condizioni lavorative all’interno dell’istituto siano diventate insostenibili
Bancali: detenuto accoltellato in una rissa

SASSARI - Giornata di follia nel carcere di Bancali, a Sassari. Come denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del delegato nazionale per la Sardegna Antonio Cannas, «nelle ultime ore è successo proprio di tutto. Prima un poliziotto è stato proditoriamente aggredito da un detenuto mentre questi era all’ora d’aria: avvicinato l’Agente con una scusa, il detenuto lo ha preso e fatto sbattere contro l’inferriata, graffiandolo e colpendolo al ginocchio ed alla testa. Poi, si sono fronteggiati pericolosamente una decina di detenuti nella I Sezione, dove ci sono anche ristretti psichiatrici, con bastoni ed altre armi rudimentali, tanto che un ristretto è stato accoltellato».

Il Sappe, primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, denuncia «con forza questa ennesima aggressione che dimostra, ancora una volta, come le condizioni lavorative all’interno dell’istituto siano diventate insostenibili». «Per questo - conclude Cannas - chiediamo con urgenza un intervento risolutivo da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia: serve personale, servono garanzie e servono tutele. Non è più accettabile che gli agenti siano lasciati soli a fronteggiare rischi crescenti, senza supporto né riconoscimento».

Commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni - è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure, la politica se n’è completamente fregata». «Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Bancali, a Sassari, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato» conclude il leader del SAPPE.



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