Red
11 settembre 2016
Sanità, Dirindin (Pd): saranno lacrime e sangue
«Avviare progetti ambiziosi, quasi temerari, sottovalutandone le difficoltà tecniche e politiche è un errore grave, soprattutto quando lo fanno istituzioni». Parole dell´ex assessore regionale alla Sanità, oggi senatore

CAGLIARI - «Più volte ho sostenuto che non esistono evidenze a favore di accorpamenti di aziende sanitarie così spinti e complicati come quelli decisi nella regione Sardegna. Le economie e le uniformità perseguibili attraverso una sola azienda potrebbero essere realizzate molto più semplicemente dando attuazione al comma 3 dell'articolo 16 della LR 10/2006, che prevede ad esempio l'individuazione di aziende capofila cui assegnare funzioni sovra-aziendali. Per il bene della Sardegna, spero tuttavia di essere smentita e di dover chiedere scusa a chi, a suo tempo, ha ascoltato con pazienza le mie perplessità».
Se non si tratti di bocciatura, poco ci manca. E le chiare parole sono quelle di Nerina Dirindin in un lungo intervento sul Sole 24 Ore, senatrice del Partito democratico, componente della commissione parlamentare Igiene e Sanità, già a capo per cinque anni, dal 2004 al 2009, dell'assessorato regionale della Sanità in Sardegna. Una che la macchina amministrativa sarda insomma, la conosce molto bene per averla diretta e gestita dall'interno.
«Chi ha fortemente voluto la modifica dell'assetto istituzionale del Servizio sanitario della Sardegna ha ora il dovere di trovare il modo per far partire rapidamente un processo che richiederà lacrime e sangue. Ha il dovere di difendere il progetto dalle incursioni dei localismi, dalle velleità dei piccoli politici, dalla inconcludenza dei teorici, dai tatticismi di presunti esperti, dagli opportunismi di tutti coloro che sono mossi più dal desiderio di trarne vantaggi personali che dalla volontà di migliorare il sistema sanitario» scrive Nerina Dirindin.
Nella foto d'archivio Nerina Dirindin con Gianfranco Ganau
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