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Red
28 marzo 2007
Critiche al Parco: interviene Camerada

In riferimento al documento a nome della signora Elisabetta Boglioli, riguardante il tragico incidente stradale che ha visti coinvolti un pullman di linea ed un “cervo maschio”, causando peraltro il decesso di quest’ultimo, avendo rilevato alcune inesattezze nelle affermazioni della Signora Boglioli, si rende necessario esprimere alcuni chiarimenti in ordine all’operato ed all’atteggiamento assunto da parte dell’organo di gestione del Parco, relativamente alla problematica riguardante la fauna selvatica.
Bisogna prima di tutto precisare che l’animale investito non è un cervo ma è un daino, fatto questo che non cambia la sostanza del problema ma fa capire quale è il grado di informazione che ha la signora Boglioli, che con il suo operato e le sue affermazioni non fa altro che diffondere la sua disinformazione agli altri.
La fauna selvatica è patrimonio indisponibile della Regione Autonoma Sardegna, pertanto il Parco non ne ha la disponibilità né la proprietà né tanto meno la responsabilità. Questo fatto non ha però portato il sottoscritto ed il C.d.A a disinteressarsi del problema, infatti , la problematica generale è stata affrontata ed è stato costituito un coordinamento con l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Sassari, l’Ente Foreste della Sardegna, il Dipartimento di genetica evoluzionistica dell’Università di Sassari, con i quali si è affrontato il problema sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista scientifico pratico, e si è giunti ad alcune azioni pratiche immediatamente eseguibili e più precisamente:
- è stata predisposta una convenzione fra l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte e l’Università di Sassari al fine di predisporre un censimento che porti alla redazione di un piano di controllo e gestione da proporre all’approvazione dell’Assessorato Ambiente della R.A.S., con un impegno di spesa da parte del Parco di € 15.000,00 dai fondi di bilancio;
- analoga convenzione è stata predisposta con l’Ente Foreste della Sardegna, per assistere l’Università nelle operazioni di censimento sul territorio, con il compito di predisporre i punti di foraggiamento e il loro controllo, con un impegno di spesa da parte del Parco di € 11.000,00 dai fondi di bilancio;
- con l’Assessorato Ambiente della Provincia di Sassari, si sono concordate alcune azioni sul campo, con l’intento di evitare l’accesso ai fondi agricoli di alcune specie di fauna selvatica particolarmente dannose per le colture in atto. A tal fine l’Assessorato Ambiente della Provincia di Sassari ha pubblicato un bando per un finanziamento a fondo perduto, rivolto ai singoli proprietari terrieri, per l’esecuzione di opere di posa in opera di recinzioni di tipo basso ed elettrificate: il risultato ottenuto è stata la partecipazione di un unico soggetto.
Queste azioni, a mio modestissimo parere, dimostrano chiaramente che non si possa accusare l’organo di gestione di “noncuranza e mancanza di tutela….”, chiarendo comunque una volta per tutte che la primaria forma di tutela per la fauna selvatica, dal punto di vista scientifico, è rappresentata dalla libera circolazione della stessa, e che ogni azione intrapresa dall’organo di gestione per limitarne la circolazione è stata bocciata dalla R.A.S.
Per quanto concerne i disagi arrecati agli operatori agricoli, va precisato che le zone appoderate e le borgate non ricadono nell’area del Parco fin dalla prima istituzione, e nonostante ciò, si è cercato comunque di intervenire; purtroppo però visto il limitato esito di partecipazione ottenuto con il bando pubblicato dalla Provincia, non si capisce cosa altro debba fare l’organo di gestione per venire incontro ai disagi degli operatori agricoli.
Per quanto poi concerne riguardo le affermazioni sull’ “oneroso consiglio di amministrazione “ e sulla “mania di poltrone”, credo che siano sicuramente affermazioni gratuite e fuori luogo, visto che molto probabilmente, questo organo di gestione è forse l’unico in Italia che ha fatto una scelta, dimostrabile in qualunque momento, di rinunciare a tanti soldi del proprio compenso, proprio per creare delle stabili fondamenta ad un Parco che non è un castello di carta, ma semmai è un castello pieno di carta, costituita dalle innumerevoli progettualità che questo C.d.A. ha portato avanti.
Forse la mania di poltrone è quella che sta assalendo la signora Boglioli, che in vista delle prossime elezioni amministrative ambisce ad occuparne qualcuna: vedremo se avrà il consenso del corpo elettorale e sarà conseguente nel rinunciare anche lei ai lauti compensi della politica così come ha fatto il sottoscritto.
Il Presidente dell’Azienda Speciale Parco di Porto Conte
Geom. Antonio Camerada
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