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Antonio Sini 18 novembre 2003
Battuta al cinghiale a Baratz, avvelenati due cani
Solo il pronto intervento di un veterinario ha evitato una strage di“scovatori”. Ben otto animali sono ancora in fase di convalescenza
Battuta al cinghiale a Baratz, avvelenati due cani

Non è certo cominciata nel migliore dei modi la stagione venatoria per una compagnia d’Alghero. In tenda da Giovedì per occupare la zona da battere, la domenica mattina si sono ritrovati in 40 nei pressi del lago di Baratz. L’ambiente era frizzante, la prima uscita è come sempre emozionante, i cinghiali di sicuro c’erano, erano state rilevate le impronte inequivocabili. Alle ore 8,30 il capo caccia G.F. ( gradisce l’anonimato), ordinava ai battitori di impostarsi e di iniziare la caccia. La compagnia si è sistemata nei luoghi indicati dal capo caccia sicuri che la giornata sarebbe stata propizia: i cani abbaiavano perché avevano gia “annusato” l’inequivocabile odore del cinghiale. Subito si misero in evidenza, scovando e indirizzando verso le poste tre cinghiali, che venivano prontamente abbattuti. Ma proprio nello stesso momento numerosi cani hanno incominciato a guaire e abbaiare di dolore, i battitori hanno bloccato i cani e cercato di capire cosa mai fosse successo. Si accorsero subito che i cani sbavavano, un sintomo inequivocabile che qualcosa non andava. Un cacciatore si accorse che il suo cane portava in bocca un pezzo di salsicciotto, lo sgridò, il cane cadde subito per terra morto, tutti i presenti si accorsero che il salsicciotto altro non era che un boccone avvelenato destinato ai cani da caccia. Subito i cacciatori si attivarono per tamponare l’emergenza, ma due cani morirono subito, altri otto erano in preda a chiari sintomi da avvelenamento. Mai un cellulare si mostrò tanto utile: una telefonata concitata al Dr. Mureddu, un veterinario che si trovava nella zona, il quale si recò tempestivamente a prestare le prime cure ai cani che inopinatamente avevano “mangiato” salsicciotti avvelenati. Il veterinario, con un bottiglietta d’acqua ossigenata, riuscì a far deglutire, e conseguentemente rivedere, otto cani, salvandoli da morte sicura.
A quel punto il capo caccia G.F. non credeva a quanto era capitato: come mai si era tentato di avvelenare i cani in una zona di caccia sempre ritenuto tranquilla? Chi può aver messo in essere una così grande vigliaccata? E’ certo che la prima giornata di caccia non è iniziata nel migliore dei modi, molti cacciatori sono “sul piede di guerra”, e si augurano che i corpi di vigilanza ambientale possano trovare i malintenzionati e vigliacchi, che domenica hanno ucciso due cani e resi convalescenti altri otto.
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