Red
15 luglio 2017
Amianto: Arru e Spano in Senato
Gli assessori regionali della Difesa dell’Ambiente e della Sanità sono stati sentiti in audizione dalla Commissione Infortuni sul lavoro del Senato, in Prefettura a Sassari, sugli interventi che la Regione autonoma della Sardegna ha posto in campo in questi anni in materia ambientale e per la sorveglianza sanitaria

CAGLIARI - Gli assessori regionali della Difesa dell’Ambiente e della Sanità Donatella Spano e Luigi Arru sono stati sentiti in audizione dalla Commissione Infortuni sul lavoro del Senato, in Prefettura a Sassari, sugli interventi che la Regione autonoma della Sardegna ha posto in campo in questi anni in materia ambientale e per la sorveglianza sanitaria. La Sardegna garantisce la sorveglianza sanitaria agli ex esposti con proprie risorse. Finora sono stati valutati 2060 lavoratori, iscritti nel Registro regionale: 447 di questi sono dipendenti della Montefibre e dell’Enichem di Ottana.
Il primo ad essere audito dai commissari, presieduti dalla senatrice Camilla Fabbri, è stato Arru, che ha risposto in particolare sull’assistenza agli ex esposti all’amianto. «Dal 2006, l’Assessorato ha attivato il censimento-mappatura dei siti del territorio regionale interessati dalla presenza di amianto, individuando quale Azienda sanitaria capofila la Asl di Sanluri», ha detto l’assessore. Soffermandosi sulla zona industriale di Ottana, l’esponente della Giunta Pigliaru ha spiegato che sono stati presentati dal 1996 ad oggi al Servizio PreSal della Asl di Nuoro diciotto piani di lavoro per bonifica amianto.
L’assessore della Difesa dell’Ambiente ha ringraziato i senatori per l’attenzione dedicata alla situazione della Sardegna, per poi soffermarsi sul Piano regionale amianto e sul censimento dei siti. Escludendo gli edifici privati ad uso residenziale, risulta che la quantità di amianto da bonificare in Sardegna sia pari a complessive 536mila tonnellate. «Negli ultimi anni – ha sottolineato Spano – la Regione ha messo in campo per la bonifica dell’amianto ingenti risorse, cui si aggiungono i fondi del Patto per la Sardegna di un anno fa. Per quanto riguarda i Sin, siti di interesse nazionale, nelle matrici ambientali non emerge una significativa presenza di amianto, anche se bisogna considerare che la rilevazione ambientale è arrivata in troppi casi tardi, a produzione cessata o a impresa chiusa».
Come coordinatrice nazionale della Commissione Ambiente ed energia della Conferenza delle Regioni, l’assessore ha richiamato la richiesta che l’attenzione non si concentri solo sulle aree dei Siti d’interesse nazionale ma si estenda a tutte le aree industriali contaminate che si trovano fuori dai Sin. «È necessario – ha detto – disporre di una fotografia che includa anche i territori extra Sin, per dare finalmente risposte sia in termini di salute delle popolazioni, che di sviluppo economico delle aree attualmente contaminate dall’amianto. La richiesta è stata ampiamente condivisa dal Tavolo e il suo Nucleo tecnico operativo ha presentato uno specifico piano biennale di attività». In conclusione, Spano ha espresso apprezzamento per il Disegno di legge per il riordino della normativa nazionale in materia di amianto in un testo unico. «Attualmente – ha ricordato – ci sono 248 leggi nazionali e 400 norme regionali che si occupano dell’amianto ed è fortemente sentita l’esigenza di coordinare in un testo unico la normativa».
Nella foto: l'assessore regionale Luigi Arru
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