Red
30 agosto 2017
Anticontraffazione: sequestro ad Elmas
Contrasto ai traffici illeciti all’aeroporto di Cagliari: la Guardia di finanza e l’Agenzia delle dogane sequestrano oltre cento capi ed accessori di abbigliamento e più di 2mila etichette contraffatte, riconducibili a noti brand di lusso. Denunciato un 29enne marocchino residente nell´hinterland cagliaritano

CAGLIARI - Nel quadro del dispositivo coordinato per il contrasto ai traffici illeciti, le Fiamme gialle ed i funzionari dell’Agenzia delle dogane, in servizio nello scalo aeroportuale di Elmas, hanno scoperto e sequestrato 104 capi di abbigliamento e 2056 etichette, tutte finemente contraffatte e riferibili a marchi di lusso. Sulla scorta della consolidata e sinergica azione di vigilanza che la Guardia di finanza e l’Agenzia delle dogane di cagliari svolge per individuare le rotte internazionali lungo le quali si sviluppa la filiera del falso, anche nell’aeroporto del capoluogo sardo sono state impiegate le tecniche di intelligence e di controllo già adottate in altri spazi doganali (quali quelli siti nei sedimi portuali). un’attenta analisi di rischio ha così consentito di enucleare le informazioni necessarie ad individuare, tra i passeggeri in transito provenienti da altri paesi, quelli “operativamente piu’ interessanti”, in base, ad esempio, all’aeroporto di partenza.
In questo contesto, è stato sottoposto a controllo un 29enne marocchino, classe 1988, residente nell’hinterland cagliaritano, in arrivo allo scalo “Mario Mameli” con un volo proveniente dal Marocco, con scalo a Roma–Fiumicino. Durante l’ispezione del bagaglio trasportato, i funzionari della Squadra operativa territoriale dell’ufficio delle dogane ed i militari del Primo nucleo del gruppo della Guardia di finanza hanno trovato numerosi capi di abbigliamento e calzature, recanti i marchi di maisons di lusso, caratterizzati da un livello di contraffazione estremamente elevato, riconoscibili solo dopo accurata osservazione basata sul riscontro di precisi e specifici elementi distintivi ordinariamente di difficile riproduzione (ad esempio rivetti, impunture, dettagli dei marchi): sono stati così rinvenuti pantaloncini, jeans, t-shirts, calzature ed occhiali “brandizzati” Fendi, Armani, Philippe Plein, Gucci e Calvin Klein, che, se immessi sul mercato, avrebbero fruttato circa 25mila euro.
Inoltre, sono state trovate 2056 etichette riproducenti i citati marchi, potenzialmente destinate a griffare capi di abbigliamento prodotti da terzi altrimenti “anonimi”. Alla richiesta della documentazione dei finanzieri e dei funzionari doganali, il fermato non è stato in grado di fornire idonea documentazione comprovante l’acquisto e l’originalità della merce, la quale a seguito di apposita attività peritale ad opera di responsabili delle società titolari dei marchi, è stata certificata quale contraffatta e quindi sottoposta a sequestro. L’autore dell’illecito è stato denunciato alla locale Autorità giudiziaria.
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