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Red 4 gennaio 2018
«Biobuste, basta bugie sugli shopper»
«L’obiettivo è combattere l’inquinamento, il prezzo che paghiamo oggi è altissimo», dichiara la deputata del Partito democratico Giovanna Sanna, che interviene nella querelle che sta provocando tante reazioni, dal mondo politico a quello social
«Biobuste, basta bugie sugli shopper»

CAGLIARI - Nel 2017, l'Italia ha attuato una direttiva europea, risalente al 2015, che tende ad eliminare la plastica dai sacchetti per la spesa, introducendo l’utilizzo delle buste compostabili di nuova generazione. L’intenzione del Governo di imporre misure restrittive sulla commercializzazione di sacchetti ultraleggeri per ortofrutta è stata ufficializzata ad agosto, con l’approvazione del decreto n.91/2017 (disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno). Ma solo negli ultimi giorni i media e le associazioni dei consumatori si sono espressi, in modo spesso allarmistico, su origine ed impatti del provvedimento.

«L'obiettivo è combattere l'inquinamento, specie quello dei nostri mari, con le conseguenze gravissime che conosciamo, alla luce degli impegni che abbiamo firmato a Parigi – dichiara la deputata del Partito democratico Giovanna Sanna – perché su clima e ambiente, lo dico con orgoglio, non abbiamo cambiato idea». Le persone si sono divise sui nuovi bioshopper biodegradabili e compostabili, a pagamento, destinati ad orto-frutta, pesce ed altri alimenti, che la norma prevede. «Capisco il disorientamento – spiega Sanna – circolano molte informazioni inesatte. Smettiamo di parlare di tassa occulta: da sempre paghiamo in modo invisibile gli imballaggi dei prodotti alimentari che acquistiamo ogni giorno, la differenza è che dal primo gennaio il prezzo di vendita del sacchetto bio è visibile e presente sullo scontrino, a garanzia di trasparenza per il consumatore».

Molto rumore ha destato anche la questione del supposto monopolio di Novamont, azienda a cui si deve l'invenzione del Mater-Bi. «Si tratta di un'accusa senza alcun fondamento, si possono acquistare bioplastiche da diverse aziende, sono 150 nel nostro Paese (molte di più all’estero) e dovremmo sperare crescano ancora, perché la Green economy è il futuro e sulla chimica verde abbiamo investito proprio nel nostro territorio. La presenza dell’impianto di Matrica a Porto Torres, che produce l’elemento base della plastica vegetale biodegradabile, può solo trarre vantaggio da un provvedimento in tal senso. Infine – conclude l'onorevole Dem – anche il problema dell'utilizzo dei sacchetti monouso penso possa essere superato. Una circolare ministeriale potrebbe permettere in modo chiaro, a chi vende frutta e verdura, di far usare sacchetti riutilizzabili, come ad esempio le retine. Nel nord Europa succede già».

Nella foto: l'onorevole Giovanna Sanna
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