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Alguer.itnotiziealgheroCronacaIncendi › Nuova ferita nel Parco Naturale. "Caccia aperta" ai piromani
Claudio Simbula 13 agosto 2007
Nuova ferita nel Parco Naturale
"Caccia aperta" ai piromani
Certamente di origine dolosa le fiamme che la notte scorsa hanno divorato arbusti e macchia mediterranea in zona Mugoni. Cumuli di cenere e lo scheletro fumante di qualche albero
Nuova ferita nel Parco Naturale.

ALGHERO - Un enorme e desolante spiazzo vuoto, cumuli di cenere e lo scheletro fumante di qualche albero. Ecco cosa rimane davanti agli occhi dopo l’incendio avvenuto nell’area a fianco al campeggio “Sant’Igori” la scorsa notte. Le fiamme, stando ai primi rilievi, sarebbero partite da un canneto vicino alla spiaggia, per poi propagarsi verso l’interno, in più direzioni. La reazione dei Vigili del Fuoco e della Guardia Forestale non si è fatta attendere. Sono state messe in campo numerose unità d’azione, grazie alle quali nel giro di circa tre ore il fuoco è stato domato, limitando la sua diffusione e i conseguenti pericoli. Per consentire una operatività totale ai mezzi di soccorso, per circa un’ora la strada che passa davanti alle località di Mugoni e La Stalla è stata bloccata al traffico, causando vari disagi. Le operazioni di spegnimento e controllo delle fiamme si sono protratte sino a ieri mattina, con l’intervento di elicotteri e canadair, chiamati a ultimare l’opera di bonifica della zona. All’origine dell’incendio, il dolo. Le indagini, già in corso, stanno cercando di valutare la piena volontarietà del fatto, ma pare che ancora una volta ci si trovi alle prese con la bravata assurda di un incosciente piromane, capace di levare la sua mano contro la natura, colpevole solo di non potersi difendere.

Al gesto sconsiderato và ad aggiungersi la mancata bonifica e pulitura della zona; il terreno era ricoperto da erbe infestanti alte fino a due metri, completamente secche. Un habitat ideale per la propagazione del fuoco, una ottima base per permettere all’incendio di allargarsi con estrema facilità, aggredendo la macchia mediterranea circostante. Oltre al danno ambientale, lo spiacevole evento di sabato notte ha comportato gravi rischi per l’incolumità dei presenti nei due campeggi situati nella zona. Le due “strutture” sono state evacuate immediatamente, i vacanzieri hanno dovuto spostare le loro macchine fuori dal perimetro dei campeggi, così da evitare pericoli e consentire ai mezzi di soccorso di procedere senza incidenti nel loro lavoro. Per alcuni momenti si è temuto il dramma: una bambina di tre anni risultava introvabile, scomparsa nel nulla. La sua assenza, in un contesto del genere, ha provocato attimi di panico tra i genitori e i presenti, che già pensavano al peggio. Fortunatamente, il tutto si è risolto rapidamente in un “falso allarme”, visto il pronto ritrovamento della piccola completamente illesa. Il rischio corso è stato comunque grande.

Le prime reazioni dei campeggiatori sono state di sgomento e incredulità: «Mangiavamo una pizza», dice uno di loro, «e improvvisamente abbiamo visto delle fiamme alzarsi alte a lato del campeggio. Abbiamo avuto davvero paura, per fortuna non è arrivato sino a noi». Dalla preoccupazione si passa rapidamente alla rabbia, come testimonia un altro dei presenti: «Queste cose succedono perché non ci sono abbastanza controlli, e non si punisce davvero chi provoca simili disastri», sentenzia l’intervistato, che arriva a dire «…ci vorrebbe la pena di morte per le persone così!». Attualmente, gli inquirenti procedono nei rilievi e nelle indagini per capire esattamente di chi siano le responsabilità di quanto accaduto, e prendere i dovuti provvedimenti. Intanto, cenere e rami carbonizzati vanno a sostituire la fitta vegetazione prima esistente: una nuova ferita resta aperta nel Parco di Porto Conte.

Nelle foto resti dell'incendio



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