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A.B. 30 agosto 2007
El Trò: Lettera aperta di Di Nolfo
Il consigliere comunale di “Alghero Viva” torna su una delle vicende che sta infiammando l’estate algherese
El Trò: Lettera aperta di Di Nolfo

ALGHERO - «Gentile redazione, appena rientrato dalla bella Prada, dove mi trovavo per frequentare l'Universitat Catalana de Estiu, pensavo di intervenire su faccende (e persone) serie, come la intelligente e coraggiosa iniziativa del professor Cecchini. Mi trovo invece a dover rispondere a gente molto meno seria, che ignora innanzitutto il Codice della Navigazione, ma anche le regole della buona educazione e della convivenza civile, oltre che le norme che regolano la diffamazione a mezzo stampa. Per fortuna, prima di me, i lettori del vostro giornale sono intervenuti numerosi a sbugiardare questi signori, che hanno mentito sapendo di mentire, inventato giustificazioni che non giustificano un accidenti, tutto questo condito da considerazioni deliranti e calunniatorie che dimostrano tutta la loro arroganza e ignoranza. Ho poco da aggiungere alle repliche dei vostri lettori (che condivido in pieno, anzi invito loro a contattarmi all'indirizzo “cantieresociale@gmail.com”), se non che questi signori sono tanto arroganti quanto ingenui. Negando sulle pagine del quotidiano on-line più letto della Sardegna quello che centinaia (forse migliaia) di persone hanno visto, e possono testimoniare, quest'estate, e generando in loro così tanta indignazione da portarli a scrivere ad Alguer.it, si sono dati la proverbiale zappa sui piedi, arrecando un incommensurabile danno d'immagine (quell'immagine a cui tengono molto) al loro locale. Questi signori fanno finta di non sapere che, se non è stata emanata una nuova “legge delle chiudende”, nel caso si presentassero all'ingresso delle scale del Chiosco “El trò” Hannibal Lecter, Michael Corleone, Joker, Gambadilegno, il Pinguino e Furia cavallo del west e volessero accedere alla spiaggia, devono poterlo fare, senza che nerboruti signori (a proposito, niente contro di loro, sono lavoratori che purtroppo fanno quello che gli viene detto di fare) e robuste transenne glielo impediscano. Lorsignori non vogliono gli ubriachi e le risse? Chiudano prima, come fanno tutti gli altri locali di Alghero, oppure servano granite al limone. Guadagnerebbero meno? Già… Sapessero quanto me ne frega se fanno pagare anticipatamente la consumazione (a patto che rilascino regolare scontrino). Vogliono organizzare l'accoglienza e la selezione, la facciano all'ingresso del chiosco oppure investano parte dei lauti fatturati e acquistino o prendano in gestione un locale al chiuso. L'intrattenimento notturno estivo, in una città turistica come la nostra, è una cosa seria, e ci sono decine di altri esercenti che svolgono il loro lavoro egregiamente. I signori del Trò, invece, si atteggiano a Lele Mora de noatri, e, sapendo di essere in torto, alzano la voce, con l'unico risultato di rendersi ridicoli e mettersi contro mezza città. Si saranno resi conto anche loro che avrebbero fatto meglio a stare zitti. A proposito, anche Lele Mora aveva aperto in Sardegna un locale “esclusivo” sulla spiaggia, che sparava musica a tutto volume fino a notte tarda e impediva l'accesso all'arenile. Gliel'hanno chiuso dopo un mese».

Valdo Di Nolfo



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