Il 12enne ploaghese, modello dall´età di sei anni per grandi stilisti come Giorgio Armani e Gianfranco Ferrè, da poco si è affacciato nel mondo del cinema, ricevendo già diversi apprezzamenti. Ecco cosa ha raccontato ai microfoni del Quotidiano di Alghero
ALGHERO - «Vorrei essere io il mio idolo, però devo ancora crescere». Ha le idee chiare il giovane Andrea Arru davanti ai microfoni del
Quotidiano di Alghero. Il 12enne ploaghese, modello dall'età di sei anni per grandi stilisti come Giorgio Armani e Gianfranco Ferrè, da poco si è affacciato nel mondo del cinema, ricevendo già diversi apprezzamenti.Il suo coach di recitazione è l'algherese Maurizio Pulina, conosciuto sul set di “Buon lavoro”, dov'era direttore del casting. Ed anche per questo, è particolarmente legato alla Riviera del corallo.
Poi, una parte in "Resurrection. Oltre i confini del male", corto del regista sassarese Alfredo Moreno. Da qui, la parte di protagonista ne "Lo scarabocchio", cortometraggio del regista oristanese Mirko Zaru, girato questa primavera. Tra settembre ed ottobre, sarà in tutte le scuole primarie e secondarie inferiori, sia in Sardegna, sia in Penisola. Il corto tratta il tema del mutismo selettivo, una forma di autismo, assieme al bullismo, di cui il protagonista è vittima prima del riscatto finale.
L'occasione è arrivata con "Calibro 9", sequel del “mitico” "Milano Calibro 9", film cult del genere poliziottesco Anni Settanta, che vedeva sul grande schermo attori del calibro di Mario Adorf, Barbara Bouchet, Philippe Leroy e Gastone Moschin. Arru è da poco tornato da Milano, dove ha girato alcune scene e dove tornerà a breve. Nel film del regista Tony D'Angelo, con Marco Bocci, Michele Placido e Ksenia Rappoport (premiata con il David di Donatello per "La sconosciuta" di Tornatore), Andrea impersona il figlio di Alessio Boni. Da settembre, poi, il giovane ploaghese sarà atteso da una nuova avventura: il film "GlassBoy", del regista toscano Samuele Rossi.
Nella foto: Andrea Arru e Maurizio Pulina