Red
16 settembre 2019
Peste suina: nuovi abbattimenti
L’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna ha reso noto che sabato, in località Golgo, nelle campagne di Baunei, sono stati abbattuti tre maiali dopo il riscontro della sieropositività alla Psa su uno di questi

BAUNEI - L’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna ha reso noto che sabato, in località Golgo, nelle campagne di Baunei, sono stati abbattuti tre maiali dopo il riscontro della sieropositività alla Psa su uno di questi. Le attività, coordinate dall’Udp e condotte dai veterinari dell’Ats e del Gruppo di intervento veterinario regionale, in collaborazione con il personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, si sono svolte in un nuovo allevamento che stava regolarizzando i suini detenuti in precedenza al pascolo brado illegale e quindi mai sottoposti ai dovuti controlli sanitari.
Proprio la provenienza degli animali, in un territorio a forte rischio di contagio per la presenza di pochi altri branchi al pascolo irregolare e del virus nel selvatico, ha allarmato i veterinari visti soprattutto i risultati positivi dei test effettuati sul sangue di uno dei maiali. Dai capi abbattuti sono stati quindi prelevati i campioni di milza, reni e linfonodi, che sabato sera sono stati analizzati nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Nuoro con esito negativo alla ricerca del virus. Le operazioni di abbattimento e di messa in sicurezza del sito sono state condotte con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Baunei guidata dal sindaco Salvatore Corrias.
«La decisione di abbattere tutti e tre i suini di un allevatore che intendeva regolarizzarsi, a fronte della positività di uno solo di essi, è una misura molto spiacevole da adottare anche perché in passato, in altre circostanze, si è stati a volte più flessibili. Ma a questo stadio così avanzato dell’eradicazione e in una situazione come quella di Baunei che desta ancora molta preoccupazione, è necessario essere, nostro malgrado, rigorosi. Ci potevamo trovare di fronte a soggetti portatori del virus, i più pericolosi dal punto di vista epidemiologico. Anche se la presenza del virus non è stata confermata, e pertanto non si è trattato di focolaio, era indispensabile agire con determinazione». Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Izs Alberto Laddomada, che ha poi aggiunto: «Gli straordinari risultati ottenuti fino a oggi parlano a favore della strategia centripeta e progressivamente più rigorosa che abbiamo adottato. Cambiare questo approccio proprio adesso metterebbe a rischio tali risultati. Queste misure forti e non certo facili da prendere, sono il prezzo da pagare per liberarci finalmente e definitivamente dalla Psa, dopo oltre quarantuno anni di perdite economiche inenarrabili per i nostri allevatori e la nostra terra. Siamo molto vicini all’obiettivo – ha concluso Laddomada – teniamo duro ancora un po’».
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