Red
20 gennaio 2020
Liliana Segre cittadina onoraria di Alghero
Il Consiglio comunale ha votato all´unanimità l´attribuzione della cittadinanza onoraria alla senatrice. E´ un «segno di riconoscimento universale della lotta di ogni forma di discriminazione e violenza e per l’opera profusa per il mantenimento della memoria della tragedia della Shoah di cui fu vittima e per il suo impegno per i diritti dell’uomo, che incoraggia tanti giovani, uomini e donne a proseguire questa fondamentale opera educativa per non dimenticare le tragedie e gli orrori del passato e seminare semi di pace, di tolleranza e fratellanza»

ALGHERO – Liliana Segre cittadina onoraria di Alghero. Il Consiglio comunale ha votato all'unanimità (ventidue voti) l'attribuzione della cittadinanza onoraria alla senatrice quale «segno di riconoscimento universale della lotta di ogni forma di discriminazione e violenza e per l’opera profusa per il mantenimento della memoria della tragedia della Shoah di cui fu vittima e per il suo impegno per i diritti dell’uomo, che incoraggia tanti giovani, uomini e donne a proseguire questa fondamentale opera educativa per non dimenticare le tragedie e gli orrori del passato e seminare semi di pace, di tolleranza e fratellanza».
Segre è nata a Milano il 10 settembre 1930. Cresce assieme al padre Alberto ed ai nonni paterni, dopo aver perso la mamma quando ancora non aveva compiuto nemmeno un anno. Di origini ebraiche, ad otto anni subisce l'espulsione dalla scuola a causa dell'entrata in vigore delle leggi razziali in Italia. Il 1943 è l'anno in cui Liliana assieme al padre tenta la fuga in Svizzera. In quella occasione, le guardie di frontiera mandano indietro padre e figlia e procedono al loro arresto a Varese. Resta nel carcere milanese di San Vittore per quaranta giorni; poi, con il padre, viene condotta ad Auschwitz. Liliana ha solo tredici anni quando entra nel campo di concentramento assieme ad altri 776 bambini.
Entrata nella sezione femminile, non rivedrà mai più il suo papà. Intanto, anche i nonni paterni ed i suoi cugini vengono arrestati, per essere portati nel campo di Auschwitz e vengono uccisi lo stesso giorno del loro arrivo, il 18 maggio 1944. A Liliana viene tatuato sul braccio il suo numero di matricola “75190” ed è costretta ai lavori forzati nella fabbrica “Union”, che produce munizioni. Lavora per circa un anno, per poi essere trasferita in Polonia a causa della chiusura del campo. Giunta a Ravensbruck e poi nel campo di Malchow, situato a nord della Germania, Liliana Segre viene liberata il primo maggio 1945, a causa dell'occupazione russa. Torna in Italia, a Milano, nel 1946: è fra i venticinque sopravvissuti di età inferiore ai quattordici anni. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale».
Nella foto: la senatrice Liliana Segre
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