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Red 6 febbraio 2020
Libri: L´estate del colera ad Alghero
Domani sera, nei locali della Biblioteca comunale “Rafael Sari”, sarà presentato il lavoro di Marina Sechi Nuvole “L’estate del colera. Un modello di geografia storico-sociale: l’invasione del morbo ad Alghero nel 1855 tra prevenzione, governance locale e solidarietà”
Libri: L´estate del colera ad Alghero

ALGHERO - Domani, venerdì 7 febbraio, alle 18.30, nei locali della Biblioteca comunale “Rafael Sari”, ad Alghero, sarà presentato il lavoro di Marina Sechi Nuvole “L’estate del colera. Un modello di geografia storico-sociale: l’invasione del morbo ad Alghero nel 1855 tra prevenzione, governance locale e solidarietà”. Alla serata, moderata dall’editore, interverranno, con l’autrice, il direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Alghero-Bosa Paolo Secchi, il professore emerito di Anatomia patologica dell'Università degli studi di Sassari Giovannino Massarelli, il direttore dell’Obra Cultural de l’Alguer Carlo Sechi, con interventi del pianista Valentino Cubeddu.

Sechi Nuvole, ordinario di Geografia e letteratura di viaggio nel Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari, ha dedicato al tema della Geografia medica alcuni suoi lavori poi confluiti in questa esaustiva opera che, parendo dall’epidemia del 1855, traccia un quadro completo della vita algherese della metà dell’Ottocento: le ricerche minuziose delle fonti nella loro molteplicità di produzione e di analisi offrono nell’opera uno spaccato geografico-medico, storico ed antropologico di notevole intensità nella ricostruzione della dimensione sanitaria, civile, sociale, solidale e religiosa della città di Alghero colpita dalla «malattia tipica del XIX secolo». Il libro, composto da tre tomi di circa 400 pagine ciascuno, è indubbiamente una pubblicazione scientifica innovativa e stimolante, ricchissima di fonti inedite archivistiche, registri, verbali del Consiglio comunale e di quello Delegato, manifesti, lettere inviate dall’Amministrazione civica ai privati e da questi alla Municipalità, testamenti, inventari, che offrono al lettore una interpretazione articolata su una problematica in parte ancora da studiare nella geo-storia della Sardegna.

I volumi sono completati dalla predisposizione degli indici onomastici (con cognome, nome, soprannome e professione dei numerosissimi cittadini citati) e toponomastici (con sottosettori comprendenti aree rurali, contrade, cimiteri, edifici sacri intra ed extra moenia, idrografia, orografia, piazze, porti, sobborghi, strutture sanitarie, viabilità). Per la voce “Alghero”, inoltre, in un'apposita sezione, è stata riportata tutta l’odonomastica intra-moenia ed i coronimi dell’agro, di intrinseco ed identitario valore documentario (indicatori geografici), includendo agrotoponimi, idronimi, microtoponimi, oronimi, nonché viabilità, sistemi difensivi litoranei, utilizzati nei tre volumi come strumento di lettura del paesaggio e delle attività che l’uomo ha via via esercitato per di decifrare ed inquadrare secondo una prospettiva diacronica le stratificazioni del vissuto economico, giuridico, quindi le fasi e le modalità dell’organizzazione del territorio.

Della malattia (che ha operato «nel suo seno una selezione spietata», creando notevoli vuoti tra la popolazione lavorativa algherese) sono stati affrontati soprattutto gli aspetti epidemiologici, la prevenzione, il contagio, l’evoluzione dell’epidemia, la prescrizione dei medicinali ed i medicamenti predisposti dai farmacisti per i paganti e quelli destinati per i poveri, i risvolti economici e sociali, la solidarietà, senza tralasciare la forma mentis dei singoli, specchio fedele «e più difficilmente eliminabile del modo in cui l’uomo entra in rapporto con la natura (di cui è parte), attraverso il lavoro, la tecnica, la cultura», che hanno portato numerosi cittadini a predisporre, in piena pandemia, degli scritti, dei rogiti sia segreti, sia pubblici (alcuni ancora sigillati ed aperti in occasione di questo lavoro), dei mandati generali e, in caso di morte a seguito della malattia, dei «Consigli di famiglia», degli inventari giudiziari richiesti dai parenti del defunto «in qualità di tutori dei minori».

Si tratta indubbiamente di testimonianze formanti pagine di alto tenore emozionale, che scaturiscono dalla formidabile capacità di tutti i cittadini di compenetrare nelle più svariate situazioni e, in molti casi, nelle altrui sofferenze. Certamente si è di fronte ad una piccola collettività (8.716 abitanti), ma fruendo di un corposo pacchetto di informazioni, che si è cercato di mettere pazientemente insieme con una lunga ricerca esaminata in alcune circostanze con occhio curioso e mai malizioso, è stato possibile ricostruire, con un sentimento che oscilla fra un piccolo, contenutissimo gusto dell’indiscrezione da manoir, lo studio dei comportamenti, procedimenti e parametri con cui, per esempio, i diversi consiglieri comunali che si sono succeduti nell’amministrazione della città ed il sindaco Giovanni Battista Garibaldi, mussolina, «cavaliere gran croce della sacra religione ed ordine militare dei Santi Maurizio e Lazzaro» e sindaco di Alghero dal 1849 al 1858, di qualità ed inclinazioni differenti, operarono e lavorarono per una migliore qualità della vita e prosperità di tutte le classi, perseguendo un benessere non solo economico ma derivante da una buona condizione fisica e mentale.

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