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Il turismo che non paga: Cristina Nadotti ad Alghero
Quante volte abbiamo sentito dire che le imprese turistiche sono il traino per lo sviluppo economico, creano posti di lavoro, quasi fossero una bacchetta magica che farà scorrere fiumi di denaro in paesini sulla via dell’abbandono?

ALGHERO - Cosa accade però quando una città diventa “città d’arte”, un paese “borgo autentico” e una spiaggia “località instagrammabile”? Cosa succede al territorio e ai suoi abitanti quando i luoghi vengono trasformati a uso e consumo dei turisti? Che impatto ha tutto questo sul nostro patrimonio ambientale e culturale? Queste sono solo alcune delle domande cui si tenterà di dare risposta venerdì 20 giugno ad Alghero (Alguer Hall ore 19,00) con la presentazione del libro "Il turismo che non paga" della giornalista Cristina Nadotti, appena pubblicato dalle Edizioni Ambiente. Un libro inchiesta che affronta anche il "Caso Sardegna" e il rapporto tra la Sardegna e i flussi turistici.
A dialogare con l'autrice, in quello che vuole essere un momento di riflessione per Alghero e non solo, ci sarà Ignazio Caruso coordinatore dell'Associazione Ginquetes. L'appuntamento è una delle anteprime del festival Dall'altra parte del mare ed è organizzato con la collaborazione dell'Associazione Ginquetes. Cristina Nadotti, giornalista, vive e lavora a Roma, ma è nata a La Spezia e ha scelto la Sardegna come terra d’adozione. Dopo gli studi di letteratura anglo-irlandese, si è divisa per anni tra il basket professionistico, i viaggi, l’insegnamento e il giornalismo.
Ha cominciato la carriera giornalistica a La Nuova Sardegna, dal 2000 al 2024 a la Repubblica si è occupata di affari esteri, cooperazione internazionale, ambiente e sostenibilità.
IL LIBRO: Da anni gli scienziati elaborano dati e suggerimenti per evitare i disastri di un turismo incontrollato, ma nessuno finora pare averli ascoltati. Sono soprattutto le loro voci che troverete in questo libro. Insieme a quelle dei pendolari che a stento riescono a salire sul treno per andare al lavoro, del personale dei Pronto soccorso oberato di lavoro, dei guardiaparco che si sentono impotenti di fronte allo scempio di territori fragili, dei cittadini che vedono la sporcizia aumentare nella strada sotto casa e si sentono prigionieri di una massa che rende più difficile ogni attività quotidiana.
Senza criminalizzare il turismo e i turisti, questa nuova inchiesta per la collana VerdeNero punta a riflettere su quali sono gli impatti sociali e ambientali di un settore che per sua natura agisce profondamente nel territorio sul quale insiste. Un turismo a impatto zero non esiste, e un mondo senza turismo non è né possibile né auspicabile, ma l’industria dei viaggi e delle vacanze ha bisogno di cambiare rapidamente, innanzitutto per il suo stesso bene. Cristina Nadotti ci fornisce una preziosa cassetta degli attrezzi per affrontare la questione
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